2016-05-12 15:19:00

La gioia delle religiose: il Papa ci ascolta e c'incoraggia


Grande emozioni e sorrisi tra le 800 religiose, provenienti dalle Congregazioni di tutto il mondo, che hanno partecipato all’udienza con il Santo Padre. Papa Francesco ha incontrato le partecipanti alla plenaria dell'Unione Internazionali Superiore Generali, per parlare del ruolo forte e attivo che tutte le consacrate rivestono all’interno della Chiesa, dicendosi disponibile a interessare una Commissione della questione del diaconato alle donne. Daniele Gargagliano ha raccolto all’udienza del Papa le testimonianze di alcune suore:

R. - Sono stata molto contenta, mi sembra che il Papa davvero ci ascolti come religiose e ci ha anche fatto delle belle promesse per questa voce sempre più femminile che deve essere presente nella Chiesa. Questo c'incoraggia: noi qui siamo una tesimonianza di mezzo milione di donne consacrate nel mondo e quindi avevamo anche bisogno di sentire dal Papa questa voce d'incoraggiamento.

R. – La  nostra vocazione significa speranza; significa uscire da noi stesse per andare al di là, vicino a quelli che hanno bisogno. Una vita religiosa più coraggiosa, più vicina ai margini e una vita religiosa più trasparente.

D. – Come coniugare la fedeltà allo spirito dell’istituzione religiosa con le nuove esigenze della società?

R. – Lo Spirito chiama non così nell’aria, ma lo fa attraverso la realtà, attraverso i bisogni e i richiami della gente e della società. Lo Spirito ha una voce molto chiara nella realtà. Come vita consacrata, vogliamo allora rispondere alle chiamate dello Spirito oggi.

D. - Il Papa ha parlato del ruolo della vocazione e la Chiesa è femminile…

R. – Mi sembra che la sintesi sia quella che lui stesso ha dato quando ha detto che se mancassero le religiose, mancherebbe Maria nella Pentecoste.

D. – Al giorno d’oggi come si traduce la vostra vocazione, sia a livello mistico che apostolico?

R. – In un grande lavoro di tessitura: tessitura di solidarietà, di fraternità globale.

D. – Il Papa ha parlato dell’importanza del dire di no alla servitù, ma solamente ad una attività di servizio per la Chiesa…

R. – Abbiamo bisogno di discernimento anche per dire dei “no”. In qualche luogo, quello che può essere servizio si traduce in servitù.

R. – Il discernimento è proprio la chiave che porta a capire i bisogni della Chiesa, del mondo, delle realtà. Pensiamo ai giovani, al bisogno grande di discernimento che hanno per capire la loro vocazione. Credo che questa sia una funzione che, come donne, possiamo dare alla Chiesa.

D. – Il ruolo della vocazione ai tempi di Francesco, qual è?

R. – E’ di una maternità. La presenza femminile: Papa Francesco ricordava Maria nel Cenacolo. Ecco, la presenza femminile delle religiose è come Maria nel Cenacolo.

D. – Il Papa ha parlato anche della vostra attività apostolica nel porgere aiuto ai poveri, ai bisogni e anche ai profughi…

R. – Mi sembra che la presenza di tante religiose in questa assemblea dimostri che sono proprio là, alle frontiere, dove l’uomo più soffre, dove l’uomo ha più bisogno di essere incontrato nella sua umanità.

R. – Il Papa ha detto che noi siamo immagine della “Chiesa Madre”. Forse nel mondo c’è l’idea della Chiesa come un ente, come una istituzione parastatale: ma non è così! La Chiesa è l’assemblea del Popolo di Dio, ha come icona Maria. E il Papa ci ha ricordato, oggi, che noi siamo icone della Chiesa Sposa.








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