2016-05-08 12:43:00

Arriva alla Camera il Ddl sulle unioni civili: giovedì il voto finale


Approda domani in aula alla Camera il disegno di legge che regolamenta le unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina le convivenze per le persone eterosessuali. Nei giorni scorsi il via libera della Commissione giustizia che ha confermato il testo approvato a febbraio dal Senato. Il voto finale è previsto giovedì prossimo. Possibile anche il ricorso al voto di fiducia. Servizio di Giampiero Guadagni:

Un provvedimento controverso quello che arriva domani in aula alla Camera. Sotto i riflettori soprattutto l’unione civile, istituita quale “'specifica formazione sociale” tra due persone maggiorenni dello stesso sesso mediante dichiarazione di fronte all'ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni. Le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri, con l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione. Scatta la pensione di reversibilità e il diritto all'eredità. Non c’è più il riferimento all'obbligo di fedeltà previsto nel matrimonio. E neanche quello alla stepchild adoption, la possibilità di adottare il figlio del partner: a decidere saranno sempre i giudici. Il tema aveva provocato in Senato divisioni nella maggioranza, all’interno del Pd e con il Nuovo Centrodestra, nettamente contrario all’ipotesi. Tensioni stemperate nei giorni scorsi a Montecitorio quando sono state approvate le mozioni sull’utero in affitto: una dell’Ncd mette paletti contro una pratica contraria alla dignità della donna e impegna l’esecutivo ad attivarsi per la promozione del diritto del bambino.  

Ma la battaglia parlamentare sulle unioni civili non è finita, anche perché il governo intende porre la fiducia alla Camera. Obiettivo: approvare le unioni civili prima delle amministrative di giugno. Metodo e merito sono contestati dal Comitato “Difendiamo i nostri figli”, promotore del Family Day. Il presidente Gandolfini invita il premier Renzi ad un confronto pubblico e intanto scrive al capo dello Stato sottolineando i profili di incostituzionalità del provvedimento . E nei giorni scorsi, proprio in vista del voto del parlamento, il presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco aveva riaffermato la posizione della Chiesa: indebolire la famiglia e metterla sullo stesso piano di altre forme di unione va contro l’identità e l’esperienza umana. D’altra parte, sottolinea il cardinal Bagnasco, i diritti individuali che vengono legittimamente rivendicati sono già ampiamente assicurati dall’attuale ordinamento giuridico.








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