2016-05-07 14:26:00

Vatileaks 2. Mieli: avrei pubblicato i documenti contenuti nei libri


“Non avrei avuto esitazioni nel pubblicare” i documenti presenti nei libri “Avarizia” e "Via Crucis”. Così Paolo Mieli, presidente di RCS Libri e già direttore della Stampa e del Corriere della Sera, ascoltato nella dodicesima udienza del processo in Vaticano per appropriazione e divulgazione illecita di documenti riservati. Chiamati a deporre anche due librai. Presenti in aula tutti gli imputati anche se il giornalista Emiliano Fittipaldi è arrivato ad udienza aperta. Massimiliano Menichetti:

La dodicesima udienza è stata dedicata all’interrogatorio dei testimoni voluti dalla difesa del giornalista Gianluigi Nuzzi. Il Tribunale ha ascoltato per primo Paolo Mieli, attuale presidente di RCS Libri, il quale ha detto di conoscere Nuzzi da circa venti anni. Ha spiegato che i rapporti con l’autore di “Via Crucis” proseguirono nel tempo anche dopo la fine delle collaborazioni con il Corriere della Sera, che Mieli dirigeva. Contatti sia "per l’attività giornalistica sia per quella di promozione culturale” svolte da Nuzzi.

Incontro a Ponza
In questo contesto ha ricostruito un loro incontro a Ponza nel luglio 2015 in cui il giornalista gli confermò che la stesura del libro “era in stato avanzato”. “Come editore sono sempre interessato a pubblicazioni di successo - ha detto - anche se di Case editrici concorrenti”. In quell’occasione Nuzzi fece riferimento al libro di Fittipaldi, ma gli diede l’impressione “di non saperne molto”, anche se domandò a Mieli “se era il caso di anticipare la data di pubblicazione del suo testo”. “Gli consigliai - ha precisato il teste - di tenere i tempi” previsti, “perché si inseriva in una serie di pubblicazioni sul tema”. Sollecitato dalle domande, ha confermato che dopo Ponza si rividero più volte, in cui l’ex direttore si informava “sullo stato di avanzamento dello scritto”. In quelle occasioni Nuzzi gli “fece presente che non sapeva nulla dell’altro testo”.

Nessun limite per la pubblicazione
“Nessun limite" alla pubblicazione di documenti rilevanti "a meno che non minaccino valori come la pace o la sicurezza”. Ha detto Mieli rispondendo ad una domanda degli avvocati di parte. “E' doveroso pubblicare” – ha aggiunto – e questo “per due ragioni: è una norma deontologica che ci siamo dati sul modello del giornalismo anglosassone” e perché documenti d’interesse non pubblicati “potrebbero diventare arma di ricatto” da parte di tutti coloro che “ne sono venuti a conoscenza”. Il testimone ha fatto l'esempio "di un politico finito in stato di accusa: se non si pubblicano i documenti che lo riguardano, il giornalista o altri possono andare dal politico per ricattarlo". “Si sono verificati dei fatti di questo tipo - ha proseguito - quindi si è deciso che è più saggio, oltre che onesto, pubblicare i documenti".

I documenti in "Via Crucis" e "Avarizia"
Ha confermato “di aver letto con attenzione”, dopo aver saputo del processo in Vaticano, i libri “Via Crucis” e “Avarizia” e che non avrebbe “avuto esitazioni” nel pubblicare perché “non" ha "riscontrato" minacce, pur leggendo "con la chiave della pace e sicurezza". Il Tribunale lo ha incalzato chiedendo come comportarsi in presenza di un esplicito divieto di "pubblicazione o divulgazione" e lui ha replicato che “i criteri sono sempre gli stessi, anche se questo comporta un rischio, per il giornalista e per l'editore. Il nostro impegno - ha puntualizzato - è sfidare questo rischio e divieto”. “Li pubblichiamo ugualmente, il fatto che siano vietati non impedisce la pubblicazione".

Fittipaldi non conosceva Nuzzi
Sollecitato ancora dalle domande, ha detto di "aver conosciuto Fittipaldi in una trasmissione televisiva sul suo libro”, che lo reputa “un professionista serio, perbene e competente” e che per quello che gli “risulta tra lui e Nuzzi non vi erano rapporti”. Cosa confermata dallo stesso Fittipaldi - ha aggiunto - in quell’incontro "presso lo studio televisivo", "che si tenne prima dalla notizia del processo in Vaticano".

I librai
Poi sono stati ascoltati due librai veneti, Marco Bernardi e Paola Brazzale, che avevano conosciuto Nuzzi ai tempi della sua prima pubblicazione e che nel luglio/agosto 2015 vennero ricontattati dall'imputato, il quale chiedeva informazioni sul testo di Fittipaldi a conferma, secondo la tesi della difesa, che i due non si conoscevano. La prossima udienza come conferma anche la nota della Sala Stampa si terrà il prossimo 14 maggio.

Nuzzi con i giornalisti
Fuori dall’aula Gianluigi Nuzzi si è intrattenuto con i giornalisti del pool internazionale che seguono il processo, ribadendo che era "importante che i due librai venissero per testimoniare che né io né Fittipaldi sapevamo l'uno del lavoro dell'altro". Questo secondo Nuzzi farebbe cadere la tesi dell’accusa “di disegno comune o di azione in concorso”.








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