“Non avrei avuto esitazioni nel pubblicare” i documenti presenti nei libri “Avarizia” e "Via Crucis”. Così Paolo Mieli, presidente di RCS Libri e già direttore della Stampa e del Corriere della Sera, ascoltato nella dodicesima udienza del processo in Vaticano per appropriazione e divulgazione illecita di documenti riservati. Chiamati a deporre anche due librai. Presenti in aula tutti gli imputati anche se il giornalista Emiliano Fittipaldi è arrivato ad udienza aperta. Massimiliano Menichetti:
La dodicesima udienza è stata dedicata all’interrogatorio dei testimoni voluti dalla difesa del giornalista Gianluigi Nuzzi. Il Tribunale ha ascoltato per primo Paolo Mieli, attuale presidente di RCS Libri, il quale ha detto di conoscere Nuzzi da circa venti anni. Ha spiegato che i rapporti con l’autore di “Via Crucis” proseguirono nel tempo anche dopo la fine delle collaborazioni con il Corriere della Sera, che Mieli dirigeva. Contatti sia "per l’attività giornalistica sia per quella di promozione culturale” svolte da Nuzzi.
Incontro a Ponza
In questo contesto ha ricostruito un loro incontro
a Ponza nel luglio 2015 in cui il giornalista gli confermò che la stesura del libro “era in stato avanzato”. “Come editore sono sempre
interessato a pubblicazioni di successo - ha detto - anche se di Case editrici concorrenti”.
In quell’occasione Nuzzi fece riferimento al
libro di Fittipaldi, ma gli diede l’impressione
“di non saperne molto”, anche se domandò a
Mieli “se era il caso di anticipare la data di pubblicazione del suo testo”. “Gli
consigliai - ha precisato il teste - di tenere i tempi” previsti, “perché si inseriva
in una serie di pubblicazioni sul tema”. Sollecitato dalle domande, ha confermato
che dopo Ponza si rividero più volte, in cui l’ex direttore si informava “sullo stato
di avanzamento dello scritto”. In quelle occasioni Nuzzi gli “fece presente che non sapeva nulla dell’altro testo”.
Nessun limite per la pubblicazione
“Nessun limite" alla pubblicazione di documenti rilevanti
"a meno che non minaccino valori come la pace o la sicurezza”. Ha detto Mieli rispondendo
ad una domanda degli avvocati di parte. “E' doveroso pubblicare” – ha aggiunto – e
questo “per due ragioni: è una norma deontologica che ci siamo dati sul modello del giornalismo anglosassone” e perché documenti
d’interesse non pubblicati “potrebbero diventare arma di ricatto” da parte di tutti
coloro che “ne sono venuti a conoscenza”. Il testimone ha fatto l'esempio "di un politico
finito in stato di accusa: se non si pubblicano i documenti che lo riguardano, il
giornalista o altri possono andare dal politico per ricattarlo". “Si sono verificati
dei fatti di questo tipo - ha proseguito - quindi si è deciso che è più saggio, oltre
che onesto, pubblicare i documenti".
I documenti in "Via Crucis" e "Avarizia"
Ha confermato “di aver letto con attenzione”, dopo
aver saputo del processo in Vaticano, i libri “Via Crucis” e “Avarizia” e che non
avrebbe “avuto esitazioni” nel pubblicare perché
“non" ha "riscontrato" minacce, pur leggendo "con la chiave della pace e sicurezza". Il
Tribunale lo ha incalzato chiedendo come comportarsi in presenza di un esplicito divieto
di "pubblicazione o divulgazione" e lui ha replicato che “i criteri sono sempre gli
stessi, anche se questo comporta un rischio, per il giornalista e per l'editore. Il
nostro impegno - ha puntualizzato - è sfidare questo rischio e divieto”. “Li pubblichiamo
ugualmente, il fatto che siano vietati non impedisce la pubblicazione".
Fittipaldi non conosceva Nuzzi
Sollecitato ancora dalle domande, ha detto di "aver
conosciuto Fittipaldi in una trasmissione televisiva
sul suo libro”, che lo reputa “un professionista serio, perbene e competente” e che
per quello che gli “risulta tra lui e Nuzzi
non vi erano rapporti”. Cosa confermata dallo stesso Fittipaldi - ha aggiunto - in
quell’incontro "presso lo studio televisivo", "che si tenne prima dalla notizia del
processo in Vaticano".
I librai
Poi sono stati ascoltati due librai veneti, Marco
Bernardi e Paola Brazzale, che avevano conosciuto Nuzzi ai tempi
della sua prima pubblicazione e che nel luglio/agosto 2015 vennero ricontattati dall'imputato, il quale chiedeva informazioni sul testo
di Fittipaldi a conferma, secondo la tesi della
difesa, che i due non si conoscevano. La prossima
udienza come conferma anche la
nota della Sala Stampa si terrà il prossimo 14 maggio.
Nuzzi con i giornalisti
Fuori dall’aula Gianluigi Nuzzi si è intrattenuto con i giornalisti del pool internazionale
che seguono il processo, ribadendo che era "importante che i due librai venissero per testimoniare che né io né Fittipaldi sapevamo l'uno del lavoro
dell'altro". Questo secondo Nuzzi farebbe cadere la tesi dell’accusa “di disegno comune o di azione in concorso”.
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