2016-05-07 13:22:00

No al gioco d'azzardo. Card. Vallini: colpisce i più deboli


In 50 città d’Italia si sono svolte questa mattina manifestazioni per dire no alla diffusione del gioco d’azzardo. Nella capitale, circa un migliaio di persone si sono radunate a piazza Re di Roma, a pochi metri dalla sala più grande d’Europa. Alessandro Guarasci:

Ogni anno in Italia vengono giocati circa 90 miliardi. Soldi che vanno prima di tutto ai concessionari, visto che lo Stato incassa in tasse poco più di 8 miliardi. Tra l’introduzione di slot e videolottory, nuove modalità per scommettere, cambio delle norme, l’offerta di gioco è aumentata di ben 48 volte dal 1994 ad oggi. Ci sono leggi e regolamenti regionali per limitare l’affollamento di sale e punti gioco, ma non basta, dice il cardinale vicario di Roma Agostino Vallini:

“La maggioranza di questi luoghi, di queste operazioni commerciali, sono proprio nelle periferie, dove cioè c’è la gente più in difficoltà. Allora è qui che bisogna riflettere seriamente: lo vogliamo fare o no? Chiediamo che cosa si faccia per prendere coscienza su questo fenomeno così grave oggi e per frenarlo”.

La pubblicità in tutto questo, purtroppo, ha un ruolo fondamentale. Nel 2013 tra sponsorizzazioni e pubblicità diretta sono stati spesi quasi 200 miliardi. E lo Stato è costretto a investire non meno di sei miliardi per curare i 20 mila malati di ludopatie. Maurizio Fiasco, presidente dell’Associazione per lo studio del gioco d'azzardo:

“L’offerta di terapia è un’offerta puramente simbolica. L’offerta di terapia per le dipendenze da gioco d’azzardo in Italia è la foglia di fico. Le neuroscienze ci dicono che questo è un sistema additivo, che crea cioè dipendenza e che quindi fa male alla salute mentale. E’ stata presentata una bozza di decreto ministeriale per ripartire quei 50 milioni per le terapie e già nell’architettura di questa bozza c’è una dispersione per cose futili, per cose che non hanno alcun rilievo rispetto alla priorità delle priorità, che è aprire finalmente dei luoghi di cura”.  

A rischio non solo chi gioca con frequenza, ma anche chi lo fa in modo occasionale.








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