2016-04-30 09:15:00

Svizzera. Vescovi: no a esportazione di armi in Arabia Saudita


Una decisione che “intacca la credibilità della Svizzera nel mondo”, perché dà l’impressione di un Paese “non più patria di una tradizione umanitaria, ma attento solo ai propri interessi”. Così la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale svizzera (Ces) bolla il via libera dato in questi giorni dal Consiglio federale all’esportazione di materiale bellico anche a diversi Paesi del Golfo, implicati a vario titolo nel conflitto in corso in Yemen, costato la vita finora a oltre seimila persone. Tra i beneficiari, l’Arabia Saudita alla guida della coalizione sunnita contro i ribelli sciiti Houti, che riceverà pezzi di ricambio per il suo sistema di difesa antiaerea e munizioni per 106 milioni di franchi svizzeri.

La pace non si costruisce esportando armi
In un comunicato diffuso oggi, la Commissione Giustizia e Pace ricorda che “la pace non può essere costruita facendo la guerra e promuovendo l’industria bellica” e osserva che l’argomento per cui anche altri Paesi forniscono armi non è eticamente sostenibile: “Il fatto che altri agiscano in modo immorale, non giustifica il nostro agire”. Inoltre, fornire materiale bellico a Paesi in guerra aggrava conflitti “le cui conseguenze ricadranno anche su di noi”.

Difesa dell’industria e condotta economica
“Per l’etica cristiana – sottolinea in conclusione il comunicato – la difesa dell’industria nazionale o il timore di un calo delle esportazioni, non possono giustificare qualsiasi condotta economica. Un commercio basato sui valori cristiani e guidato dalla politica guarda al bene comune, alla solidarietà come opzione per i poveri e gli emarginati in tutto il mondo e all’impegno a costruire la pace e a operare per la riduzione degli armamenti”. (L.Z.)








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