“Solo se amiamo e accogliamo l’altro con amore, la risposta sarà amore. Se invece abbiamo paura e ci difendiamo, la risposta saranno sfida e tensione”. Lo afferma mons. Duarte da Cunha, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), parlando della sfida migratoria che sta attraversando l’Europa e dei tentativi, da parte di alcuni Stati, di erigere nuovi muri.
Chiesa e coesione sociale
Il segretario generale del Ccee ha partecipato, nei
giorni scorsi, a Parigi ad un incontro tra vescovi rappresentanti delle Conferenze
episcopali di Francia, Regno Unito e Germania per fare il punto sulla situazione delle
migrazioni, in particolare a Calais, lungo la frontiera tra Francia e Inghilterra.
“La Chiesa – dice mons. da Cunha, citato dall’agenzia Sir – è in prima linea a prendersi
cura della gente nel bisogno, ma è anche impegnata a costruire, non tanto a parole
ma con gesti concreti, l’armonia e la coesione sociale”.
Due criteri: accoglienza e esame di coscienza
“E questo la Chiesa lo sta facendo in tutta Europa,
dal nord al sud”, ribadisce il presule che indica, poi, due criteri con cui le Chiese
europee possono guardare alla questione migratoria. “Il primo – dice mons. da Cunha
– è che l’Europa è composta anche da tutte le organizzazioni, ecclesiali e non, impegnate
sul campo e dalle migliaia di parrocchie che hanno aperto le porte: sono anche loro
l’Europa, un popolo accogliente e positivo”. L’altro criterio è l’esame di coscienza:
“Quello che sta accadendo in Europa oggi, il fatto che si stia chiudendo, che stia
alzando i muri e sia impaurita – spiega il presule – è il frutto di un passato in
cui abbiamo educato le persone a essere consumiste, egoiste, individualiste”.
Avviare processi di integrazione
“Non possiamo pensare – aggiunge mons. da Cunha –
che dopo aver patrocinato per anni un’educazione vuota di valori, ci sia oggi una
cultura di valori”. “Il problema – conclude il segretario generale del Ccee – è capire
se si stia lavorando concretamente per gestire con realismo il fenomeno migratorio,
avviando processi di integrazione”.
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