2016-04-28 14:00:00

Scuola: torna il concorso per oltre 63 mila posti da insegnante


Con storia dell'arte, laboratori di liuteria e scienze agrarie, hanno preso il via oggi le prove scritte del concorso per docenti previsto dalla legge ‘Buona Scuola’, per l’immissione in ruolo di 63.712 insegnanti. Tre i bandi: infanzia e primaria, secondaria di I e II grado, sostegno. Mentre i sindacati della scuola hanno proclamato per il 23 maggio uno sciopero generale per chiedere il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, le prove scritte andranno avanti fino al 31 maggio, in oltre 2.500 sedi d’esame. A contendersi i posti sono oltre 165 mila insegnanti già in possesso del titolo di abilitazione perché, ha spiegato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, l'abilitazione “è un titolo fondamentale” ma la cattedra si ottiene “con una selezione pubblica, come prevede la Costituzione”. Giada Aquilino ne ha parlato con Giuseppe Desideri, presidente dell’Associazione italiana maestri cattolici:

R. – È il primo concorso a cui possono partecipare solamente gli abilitati. Questo ha creato tutta una serie di problematiche, che erano abbastanza prevedibili, anche con alcune situazioni che al momento sono ancora in discussione presso i vari Tar. C’è una casistica che si presenta per la prima volta e ci sono alcune situazioni particolari.

D. – Perché, se già abilitati, ora questi insegnanti devono passare per il concorso?

R. – Perché c’è sia una previsione normativa costituzionale, per cui si entra nel pubblico impiego attraverso un concorso pubblico, sia perché la scelta del governo è stata quella di iniziare un processo di chiusura delle varie graduatorie ad esaurimento, che negli ultimi anni hanno sicuramente costituito un bacino di creazione di precariato, con una situazione di forte disagio.

D. – Chi è stato escluso da questo concorso?

R. – Sono stati esclusi tantissimi docenti che non hanno l’abilitazione, anche se insegnano, perché magari in alcune classi di concorso - in alcune cattedre - gli abilitati sono pochi. E poi sono stati esclusi altri docenti, per i quali faccio un esempio pratico: chi ha il diploma di istituto magistrale con indirizzo linguistico ha scoperto, con l’indizione di questo concorso, di non essere abilitato perché nel proprio percorso di studio mancavano alcuni insegnamenti.

D. – In questo quadro viene fuori anche uno dei paradossi della nostra scuola: sono rimasti fuori tanti precari delle graduatorie di istituto, che di fatto insegnano già e fanno funzionare le nostre scuole…

R. – Sì, il punto di vista umano che sicuramente colpisce è che ci saranno tante classi che in questi giorni lavoreranno con docenti che insegnano da tempo e che però non possono partecipare al concorso; quindi questi docenti vedranno i loro colleghi che partecipano mentre loro sono tagliati fuori. Se verrà mantenuta questa procedura, dovranno sicuramente reimpostare il loro progetto di vita professionale.

D. – L’età media dei candidati è di 38,6 anni: cosa significa questo dato?

R. – Se lo leggiamo nella storia della scuola italiana è un dato positivo, perché - se consideriamo che la media degli insegnanti in servizio oggi è decisamente più alta - ciò significa un potenziale ringiovanimento. Se lo vediamo invece in un’ottica più internazionale, dobbiamo dire che l’età è alta, sicuramente superiore a quella dei colleghi in tutto il resto d’Europa.

D. – Ci sono delle novità in questo concorso: ad esempio l’uso del computer. Ciò poi si rispecchierà nelle competenze degli insegnanti?

R. – Si tenta di promuovere lo sviluppo e la competenza digitale negli insegnanti. Certo, nelle scuole italiane la situazione è molto “a macchia di leopardo”, con scuole che hanno dotazioni tecnologiche avanzate ed altre in cui invece c’è un solo laboratorio per 500 alunni e dove la connessione Wi-Fi è ancora una chimera.

D. – Quali sono le attese della scuola, anche da parte della vostra realtà?

R. – Speriamo che i vincitori del concorso siano in classe il prima possibile, con l’inizio del prossimo anno scolastico. E speriamo anche che questo concorso, sia nella prova scritta, attraverso le tracce, sia in quella orale, valorizzi le competenze didattiche, con docenti competenti e preparati che possano offrire una qualità dell’insegnamento adeguato alle richieste e ai bisogni dei nostri ragazzi.








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