2016-04-27 08:54:00

Vicario di Aleppo: tutti più poveri con un Medio Oriente senza cristiani


Si è svolto ieri a Milano un convegno sul tema “Siria, terra contesa. La speranza che vive ad Aleppo”. Ha portato la sua testimonianza mons. Georges Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo dei Latini. Da Milano, Fabio Brenna:

Anche la martoriata città di Aleppo ha una sua Porta Santa nella parrocchia di San Francesco, nonostante la chiesa fosse stata centrata da una granata alla fine di ottobre. Dal 13 dicembre anche lì si può vivere il Giubileo della Misericordia, fra le macerie di quella che un tempo fu la più popolosa città della Siria: quattro milioni di abitanti, ridotti a meno della metà, dopo quattro anni di sanguinosi combattimenti; simbolo di speranza, ma anche di sofferenza per la comunità cristiana locale, che prima del conflitto contava circa 200 mila appartenenti, mentre oggi è ridotta a non più di 90 mila unità; dimezzate anche le 30 chiese attive in città. Una tragedia che accomuna tutti coloro che sono rimasti ad Aleppo e che è stata raccontata da mons. Georges Abou Khazen, francescano e vicario apostolico della Sarajevo del XXI secolo, come è stata ribattezzata Aleppo. “Se la nostra terra e il Medio Oriente verranno svuotati della presenza cristiana sarà un impoverimento per tutti”, ha detto nella sua testimonianza. Ed anche tanti musulmani sono convinti di questo. “Una guerra che vinceremo con la preghiera, con la carità, la solidarietà fra di noi e la misericordia”, ha continuato. Ed anzi, proprio questo Anno Santo della Misericordia, deve servire ai cristiani per ricostruire quelle tessere di convivenza e di amicizia che componevano il ricco mosaico siriano, composto prima del conflitto da ben 23 diversi gruppi etnici e religiosi.








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