Cala seppur di poco l’aspettativa di vita degli italiani. E’ uno dei dati contenuti nel Rapporto "Osservasalute", sul sistema sanitario nazionale, presentato oggi a Roma. Gli stili di vita in generale migliorano ma preoccupa l’aumento di persone in sovrappeso. Alessandro Guarasci:
E’ un campanello d’allarme. Per la prima volta nella storia d'Italia l'aspettativa di vita degli italiani è in calo. Nel 2015 è stata di 80,1 anni per gli uomini e di 84,7 anni per le donne. Nel 2014, invece, andava un po’ meglio: 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne. L'andamento ha riguardato tutte le regioni. Di chi è la colpa? Si fa poca prevenzione, meno che negli altri Paesi europei, ovvero solo il 4,1% della spesa. Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità:
“Questo significa che, di fatto, i fattori di rischio non vengono contrastati e, quindi, in certe regioni aumentano i bevitori, aumentano i fumatori, aumentano coloro che sono sovrappeso e obesi per eccessiva alimentazione e scarsa attività fisica. Questo comincia a manifestarsi, perché, di fatto, questi fattori di rischio sono responsabili dell’86% delle malattie degli italiani”.
Calano i fumatori, ma sono ancora quasi il 20% della popolazione, e aumentano coloro che fanno sport, a oggi il 23% degli italiani. Ma quello che preoccupa è la crescita di coloro che sono in sovrappeso. In questa condizione è un terzo degli italiani. E poi c’è quanto si investe per la sanità: 1.817 euro pro capite, il valore più basso dei paesi Ocse. Ancora Ricciardi:
“Risparmiare per evitare gli sprechi e incrementare i finanziamenti - non di molto, ma di quel quanto che ci servirebbe per esempio a stabilizzare il personale oppure a investire in tecnologie - sarebbe qualcosa che veramente metterebbe in sicurezza il servizio sanitario nazionale”.
Per lo meno, però, è calato il debito delle Regioni in questo settore.
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