2016-04-23 14:05:00

Ue chiede nuova austerity alla Grecia per l’esborso degli aiuti


Alla riunione dell'Eurogruppo le difficoltà nel rapporto fra Atene e i creditori - Bce e il Fondo Monetario Internazionale - sono riemerse. Le istituzioni europee hanno chiesto alla Grecia nuove misure di austerity per ottenere il rilascio del terzo programma di aiuti da 86 miliardi euro. Si chiama ‘pacchetto di contingenza’ e in pratica si tratta di nuovi tagli e tasse, da definire assieme alle autorità greche, per un valore di tre miliardi, che dovrebbero scattare nel caso il Paese non rispettasse gli obiettivi di bilancio fissati fino al 2018. Atene chiede però una ristrutturazione del debito complessivo, misura ritenuta necessaria anche dall’Fmi. Marco Guerra ne ha parlato con Francesco De Palo, direttore della rivista on-line “Mondo greco”:

R. – Tutti sanno dal 2012 che i conti della Grecia non funzionano e chiedere oggi un ulteriore miliardo e 800milioni di euro di manovra aggiuntiva oltre i tre miliardi e mezzo previsti dal memorandum, sapendo benissimo che l’avanzo primario del 3,5% entro il 2018 non sarà raggiungibile, significa due cose: o i politici europei sono in malafede oppure che qualcuno ha sbagliato i conti. La posizione del Fondo Monetario Internazionale, il primo a sostenere che il debito greco non è sostenibile in questo momento dalle casse elleniche, è la stessa di Varoufakīs. Quindi al di là delle ideologie di entrambi c’è un problema di conti oppure di malafede politica.

D. – Quali conseguenze si avranno a breve se la Grecia sarà costretta a fare questa ulteriore manovra?

R. – Sì parla già di un aumento dell’Iva al 24% entro il primo luglio. L’Iva ora è al 23%. Potete ben immaginare cosa significa per le famiglie e per i ceti in difficoltà un aumento del genere. A questo si aggiunga l’aumento delle accise per il carburante, l’aumento per l’alcol e per altre tipologie di tasse come le assicurazioni o il discorso pensionistico e ci rendiamo benissimo conto che con queste premesse e con queste tasse che aumentano, la Grecia non potrà che fallire.

D. – Tutto perché in ambiente europeo non si vuole concedere un taglio del debito …

R. – Soprattutto non si ha la consapevolezza di guardare i conti come sono. Dal primo momento era chiaro a tutti che con 30-40 miliardi il debito greco sarebbe stato sanato! Si è scelta la strada di un prestito infinito che non chiude a monte il buco strutturale ellenico, ma presta soldi a chi non li può restituire. Chiediamoci chi ci guadagna a prestare questi soldi; chiediamo a quale tasso di interesse ci guadagnano a prestare questi soldi e chiediamoci soprattutto chi è stato salvato nel 2012, se la Grecia o le banche che erano esposte con la Grecia.

D. - In tutto questo ci sono segnali di ripresa dopo sette anni di crisi o la società greca continua ad essere fortemente segnata da questa situazione economica?

R. - La produzione interna è in calo, i consumi sono stati tagliati del 50%, la disoccupazione è salita al 24, il governo Tsipras sembra che abbia le ore contate perché la riforma delle pensioni non riuscirà ad essere approvata in quanto ha solo due voti in più rispetto alle opposizioni, il Paese è in ginocchio. Quindi se qualcuno parla di ripresa  a Bruxelles, evidentemente in Grecia non ci è stato negli ultimi due anni.








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