2016-04-22 13:26:00

Siria: Patriarchi d'Antiochia ricordano i due vescovi rapiti nel 2013


A tre anni esatti dalla sparizione dei 2 vescovi metropoliti di Aleppo - il siro ortodosso Mar Gregorios Yohanna Ibrahim e il greco ortodosso Boulos Yazigi - il Patriarca siro ortodosso di Antiochia, Mar Ignatius Aphrem II, e il Patriarca greco ortodosso di Antiochia, Yohanna X, ricordano la vicenda dei due confratelli nell'episcopato rapiti nei pressi di Aleppo il 22 aprile 2013. In un lungo e intenso messaggio rivolto ai loro “amati figli spirituali”, ai siriani e a tutti gli uomini, i capi delle Chiese cristiane d'Oriente guardano anche alle convulsa situazione mediorientale.

La speranza dei cristiani radicata in Dio
Il caso dei due vescovi rapiti - si legge nel messaggio, riportato dall'agenzia Fides - rappresenta “un'immagine in miniatura della grande sofferenza umana causata dal terrorismo”, fatta di “massacri, sequestri, deportazioni”. Ma se l'intenzione del sequestro era quella di spargere terrore tra i battezzati, i due Patriarchi avvertono che l'operazione non è riuscita: “Noi cristiani - si legge nel documento - siamo i discendenti di coloro che, duemila anni fa, hanno portato il nome di Cristo in questa terra (…). Custodiamo la nostra eredità di antiocheni orientali, passando attraverso difficoltà o tribolazioni”. “In questo cammino tribolato - rimarcano - non abbiamo risparmiato alcuno sforzo, ma la nostra grande speranza è solo in Dio”.

Appello per la salvezza di tutte le persone rapite
“Continueremo a vivere in questo Oriente - affermano i Patriarchi - a suonare le nostre campane, a costruire le nostre chiese, ad alzare le nostre croci. E le braccia protese a queste croci saranno unite a quelle dei nostri fratelli musulmani” si legge nel lungo testo, in cui si sottolinea anche che i seguaci dell'Islam “soffrono come noi i colpi amari del terrorismo cieco”, definito come “un intruso” nelle relazioni passate e presenti tra cristiani e musulmani. Le sofferenze dei cristiani d'Oriente, veri martiri, vengono lette alla luce della salvezza promessa da Cristo: “Nonostante l'orrore della situazione e la sua gravità - scrivono i Patriarchi  - vinciamo tutte le tenebre di questo tempo con la luce degli occhi della Vergine, venerata dai cristiani e musulmani, che noi imploriamo affinché ritornino a noi tutte le persone sequestrate, i nostri fratelli vescovi di Aleppo, insieme con i sacerdoti rapiti”.

Stabilire la pace nella terra della pace
Nel loro messaggio, si lancia anche un appello per la pace, una pace - si afferma - che “non si fonda sui concetti di minoranze e maggioranze, ma si basa sulla coesistenza, la cittadinanza e il discorso religioso non fanatico”. Infine, nella parte conclusiva del documento, i due Patriarchi ringraziano la comunità internazionale per le tante espressioni pubbliche di solidarietà ricevute, ma invitano tutti a sostituire “dichiarazioni di condanna e promesse” con iniziative concrete che documentino nei fatti le buone intenzioni. Esortano, poi, tutti i loro fratelli nella fede a guardare anche le proprie sofferenze nella luce di Cristo Risorto, l'unico che può “confortare il cuore dei nostri figli e stabilire la pace nella terra della pace”. “Questa terra d'Oriente - conclude il messaggio - ora sanguina, ma senza dubbio risorgerà”.








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