2016-04-21 14:39:00

Oim: per i sopravvissuti, 500 vittime nel naufragio a largo Libia


In Lussemburgo, mentre si attende l’accordo sulle guardie di frontiera europee, i Paesi dell’Ue si mostrano divisi sulla gestione esterna del fenomeno migratorio. Se, da una parte, Italia e Germania ritengono che l’accordo con la Turchia possa essere ripetuto anche con altri Paesi, così non la pensa la presidenza di turno olandese, per la quale gli altri Paesi dell’area non sono paragonabili alla Turchia. Il governo italiano continua intanto ad incassare giudizi favorevoli sul migration compact. Di oggi una lettera a Renzi del presidente della Commissione Ue, Juncker. E ancora non è chiaro cosa realmente sia accaduto nel Mediterraneo, all’imbarcazione rovesciatasi al largo della Libia con un bilancio, secondo i sopravvissuti, di almeno 500 vittime. Federico Piana ha intervistato Flavio Di Giacomo, dell’Oim, Organizzazione internazionale per le migrazioni:

R. – Noi abbiamo parlato con i migranti che si trovano a Calamata ed hanno raccontato di questa storia. Hanno detto di essere partiti dalla Libia, da Tobruk, che è vicino al confine con l’Egitto, per raggiungere una nave madre e probabilmente partire dall’Egitto… In tutto, tra la nave madre e le navi partite dalla Libia, più o meno, erano 500: la nave si è ribaltata e soltanto poche persone sono riuscite a salvarsi, restando alla deriva per un giorno e mezzo. In questo momento abbiamo la testimonianza che conferma l’accaduto. E’ vero che 500 morti in mare sono tanti, in una zona navigata da tantissimi imbarcazioni militari e non: quindi ci aspettiamo che qualche corpo, prima o poi, sia recuperato. Non credo che possano andare completamente dispersi così tanti corpi in quel tratto di mare…

D. – C’è concordanza delle testimonianze?

R. – Le testimonianze concordano sui fatti essenzialmente. In questo momento le stiamo analizzando per poterne poi verificare la veridicità e soprattutto la coerenza di tutto quanto il racconto.

D. – Si torna a parlare anche di Lesbo: dopo la visita del Papa, sbarchi e sgomberi; trafficanti in azione e polizia addirittura con le ruspe. Il Papa è andato lì e ha chiesto solidarietà, ha chiesto amore per queste persone e invece si arriva addirittura ad usare le ruspe…

R. – E’ molto preoccupante quello che sta succedendo, da questo punto di vista. Sappiamo che in Grecia ci sono circa 50 mila migranti, che sono entrati negli scorsi mesi e che non sono più riusciti ad uscire dal Paese. Parlare di migranti economici e di migranti richiedenti asilo basandosi soltanto sulla nazionalità è un grande sbaglio!

D. – Perché è uno sbaglio?

R. – La richiesta di asilo si fonda su base prettamente individuale. Quindi siamo piuttosto scettici sulla definizione di “Paesi sicuri”, perché – appunto – secondo la Convinzione di Ginevra e il Protocollo del ’67, la persecuzione può essere anche individuale. Quindi la richiesta d’asilo – una volta presentata dal migrante – deve essere esaminata a prescindere dalla nazionalità del migrante stesso. Non bisogna cadere nella trappola e pensare che tutti i migranti che vengono da un determinato Paesi siano economici, perché questo può essere non vero. Quindi bisogna esaminare la domanda individualmente.

D. – Che giudizio si può dare sul piano italiano per la gestione dei migranti, il “Migration compact”?

R. – Il “Migration Compact” è un documento che stiamo ancora studiando. E’ un buon documento, pare, perché diciamo che apre le porte a quello che noi stiamo sostenendo da tempo.

D. – Quali sono i punti che le piacciono, che piacciano all’Oim?

R. – I punti che ci piacciano dell’“Migration Compact” è anzitutto quello del cominciare a prevedere una politica a lungo termine per la gestione del fenomeno migratorio e soprattutto prevedere tutta una serie di interventi e non soltanto un intervento; che includano anche interventi nei Paesi di origine, per la crescita di questi Paese di origine; l’apertura di canali di entrata non soltanto per persone che hanno diritto alla protezione internazionale. Questo andrebbe fatto e subito! E’ necessario anche cominciare a combattere i trafficanti e la migrazione irregolare, aprendo proprio canali regolari anche per coloro che vengono a trovare lavoro e che poi, di fatto, lo trovano in Italia, in Europa, anche se in modo irregolare. Quindi esiste chiaramente – come dicevo prima – dal punto di vista demografico, una necessità economica di accogliere migranti, però bisogna dare anche opportunità legali a questi migranti per poter arrivare in Italia: se sono chiuse tutte le porte è chiaro che poi si affideranno ai trafficanti.








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