“La lotta che vivono gli insegnanti, pensionati e non, davanti al Palazzo del Governo è giusta, e la Chiesa non può rimanere in silenzio, perché è nostro dovere sostenere ed ascoltare le loro richieste per i diritti di salari decenti e per la loro assistenza sanitaria” ha detto mons. Raul Vera Lopez, vescovo di Saltillo, davanti a un gruppo di questi insegnanti presenti alla Messa domenicale. Mons. Vera Lopez - riferisce l'agenzia Fides - ha anche parlato del debito pubblico di 34 miliardi di pesos, che ha interessato non solo gli insegnanti e l’area della pubblica istruzione, ma anche gli ospedali e altri Centri sanitari, che sono rimasti senza medicine. Anche l'Ospedale General, il più grande della zona, non dispone di strumentazioni mediche.
Situazione tesa anche per manifestazioni senza preavviso
Anche il vescovo della diocesi di San Cristobal de Las Casas, nel Chiapas, mons. Felipe
Arizmendi Esquivel, ha esortato la popolazione a manifestare in modo pacifico. Infatti
sabato scorso, un gruppo molto numeroso del Sindacato insegnanti della scuola pubblica
(Cnte: Coordinadora Nacional de Trabajadores de la Educación) aveva bloccato le strade
principali d’ingresso ad Oaxaca, cosa che ha richiesto l'intervento della polizia
che ha avuto come conseguenza scontri e 18 arresti. La situazione nella zona continua
ad essere molto tesa, tutte le scuole sono chiuse, ci sono manifestazioni senza preavviso
ovunque.
Deve prevalere il bene sociale
"Esortiamo sempre ad un dialogo rispettoso, paziente e continuo, per trovare insieme
ciò che è più giusto per tutti. Non possono prevalere interessi illegittimi, ma il
bene sociale" ha chiesto alla comunità mons. Arizmendi Esquivel. Dalle ultime notizie
si apprende che il Ministro della pubblica istruzione ha avvertito gli insegnanti
che se continuano l’assenteismo per protesta, i loro stipendi saranno dimezzati. Nel
frattempo il gruppo dei manifestanti cresce. (C.E.)
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