2016-04-18 12:21:00

Oggi al via il 38.mo Convegno delle Caritas diocesane


“Misericordiosi come il Padre. Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”. Nell’Anno della Misericordia è questo il titolo del 38.mo Convegno nazionale delle Caritas diocesane che si apre presso la Fraterna Domus di Sacrofano, in provincia di Roma e si chiuderà giovedì 21 aprile. Molte le personalità che interverranno, dal presidente il card. Francesco Montenegro a quello di Caritas Internationalis card. Luis Antonio Tagle al segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino. Sarà un’occasione di preghiera e di riflessione per le 220 Caritas diocesane, ma si festeggerà anche una ricorrenza particolare, come ricorda al microfono di Roberta Barbi il direttore di Caritas italiana, don Francesco Soddu:

R. – Quest’anno Caritas Italiana compie 45 anni. É un bel compleanno che cade durante il Pontificato di Papa Francesco ha dato e continua a dare quotidianamente impulsi nuovi al nostro essere, al nostro ruolo, soprattutto di animazione, all’interno della Chiesa e nella società. Il titolo è evidentemente tratto dall’impegno che tutta la Chiesa ha in quest’anno: “Misericordiosi come il Padre”, è l’impegno che Papa Francesco ha dato a tutta la Chiesa. Noi lo abbiamo voluto cogliere e farne l’oggetto della riflessione, della preghiera, dei lavori, di questo 38.mo Convegno nazionale delle Caritas diocesane.

D. - Questo importante compleanno di Caritas Italiana che compie 45 anni cade nell’anno della Misericordia. Non poteva esserci regalo più bello …

R. - Sì, lo prendiamo proprio per ricordarci che tutto quanto è stato detto anche dai pontefici precedenti, da coloro che hanno lavorato nella Chiesa e nella Caritas negli anni precedenti riguardo alla carità deve essere modulato in quello che Papa Francesco ci dice essere l’architrave della vita della Chiesa, cioè la Misericordia.

D. – Inevitabilmente si traccerà anche un bilancio?

R. – Secondo me è un obiettivo molto importante quello di non fermarci a ciò che probabilmente nel periodo passato è stato l’oggetto principale della nostra attenzione, cioè la cura delle opere. Queste opere – ci diceva già Papa Benedetto XVI – devono essere “parlanti”, devono parlare al cuore dell’uomo. Quindi le opere devono avere come obiettivo principale la persona umana: è quanto quotidianamente sta dicendo Papa Francesco e lo ha ripetuto ieri e l’altro ieri richiamando, appunto, il viaggio fatto a Lesbo.

D. - Uno dei momenti più attesi, ovviamente, l’udienza con Papa Francesco …

R. - Sarà il momento clou del nostro convegno. Abbiamo già tanti esimi personaggi della Chiesa che partecipano al nostro convegno, ma Papa Francesco raccoglierà tutto questo, raccoglierà il nostro impegno e ce lo restituirà naturalmente con delle indicazioni di carattere pratico che mettono in evidenza certamente quella che è l’azione della Chiesa, ma quel di può che la Caritas deve essere.

D. - In un’altra intervista lei ha detto che “il primo interrogativo di Caritas deve essere: quanto è capace di creare sintonia ed unione senza fare troppe cose”. Ce lo spiega?

R. - Se dovessi usare un’altra immagine sarebbe quella di non camminare semplicemente su un “tapis roulant”, oppure di avere l’impressione di aver corso e di averlo fatto invano, di non fare troppe cose che poi appesantiscono il nostro quotidiano, ma di mirare tutte le nostre azioni e le nostre intenzioni a quelle che sono non dico le necessità, ma le attenzioni principali rivolte alla persona. Quindi modulare in chiave pastorale tutto il Vangelo che ci viene affidato.

D. - Quale sarà il cammino futuro di Caritas?

R. - Noi dobbiamo camminare nelle strade del mondo cercando di annunciare il Vangelo nella testimonianza quotidiana, seguendo la voce che ci proviene – appunto - dai nostri pastori ad iniziare dal Santo Padre. Questo è certamente il quadro generale che poi costantemente e quotidianamente si modula nel saper leggere la situazione, nel saper leggere i territori e, tra l’uno e l’altro, cercare di fare sintesi.








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