Si terrà dal 20 al 22 giugno la prima assemblea di tutti i vescovi e sacerdoti caldei presenti in Iraq convocata dal Patriarcato di Babilonia dei caldei per riflettere insieme sulla spiritualità, la teologia e la vocazione sacerdotale davanti alle urgenze e alle emergenze vissute dai cristiani del Medio Oriente in questa fase storica travagliata, anche alla luce dei tanti suggerimenti che Papa Francesco riserva alla missione a cui sono chiamati tutti i pastori in cura d'anime.
Formazione permanente e crescita spirituale e pastorale dei sacerdoti caldei
La riunione – riferiscono le fonti ufficiali del Patriarcato, consultate dall'agenzia
Fides - si terrà ad Ankawa, e gli incontri si articoleranno intorno a tre relazioni
principali, tra le quali figura anche quella intitolata “Il sacerdote alla luce degli
scritti e delle parole di Papa Francesco”, affidata al domenicano Yousif Thomas Mirkis,
arcivescovo caldeo di Kirkuk. Dopo il caso del sacerdote caldeo Amer Saka, auto-denunciatosi
per aver dissipato in Canada i fondi raccolti per essere destinati al sostegno dei
rifugiati provenianti dal Medio Oriente, i vescovi caldei nelle loro ultime riunioni
hanno richiamato l'urgenza di trovare forme adeguate per curare la formazione permanente
del clero e seguire la crescita spirituale e pastorale dei sacerdoti in tutte le diocesi.
Patriarca Sako: il ministero sacerdotale è una missione, non una professione
Il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako aveva rivolto già nel luglio 2013 una lettera
ai preti caldei in cui si prendeva atto che la debolezza nell'esercizio dell'autorità
centrale, la vacatio di numerose sedi episcopali, la mancanza di sicurezza e lo stato
di perenne emergenza socio-politica vissuto dall'Iraq avevano avuto “effetti anche
sulla identità dei sacerdoti e sulla loro spiritualità”, creando una “situazione che
non può continuare” e che va affrontata con risolutezza riscoprendo la sorgente di
grazia e il vero volto della vocazione e della missione sacerdotale. Già in quella
lettera, il Primate della Chiesa caldea aveva fatto riferimento ai richiami ripetuti
di frequente da Papa Francesco per ricordare a tutti che il ministero sacerdotale
“è una missione, non una professione o un business”. (G.V.)
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