Si chiama C-14 il progetto di legge presentato dal governo canadese per modificare il Codice penale e apportare modifiche ad alcune normative, tra cui quella relativa al suicidio assistito. In particolare, la proposta intende legalizzare il così detto “aiuto medico a morire” per tutti gli adulti che si trovano in “uno stato avanzato di declino irreversibile delle loro capacità” e per i quali la morte è “ragionevolmente prevedibile”, anche senza un pronostico preciso.
Vita è sacra e va tutelata dal concepimento fino alla morte naturale
Immediata la reazione della Conferenza episcopale
locale che, in una nota, ribadisce “la sacralità e la dignità della vita umana”. “Il
suicidio assistito e l’eutanasia – si legge nel documento – sono in contrasto con
la profonda inclinazione naturale degli esseri umani a vivere e preservare la vita”.
Tali pratiche, inoltre, “sono in contraddizione con la responsabilità degli esseri
umani di proteggersi a vicenda e di migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria
e dei servizi sociali che ogni vita umana merita, dal concepimento e fino alla morte
naturale”.
Progetto C-14 mette in pericolo persone vulnerabili
Per tali motivi, dunque, i vescovi del Canada definiscono
il Progetto di legge C-14 “un affronto alla dignità umana”, “un’erosione della solidarietà
tra gli uomini e un pericolo per tutte le persone vulnerabili, in particolare gli
anziani, i disabili, gli infermi e i malati che spesso vengono isolati ed emarginati”.
Non solo: la Chiesa di Ottawa mette in guardia dalla “violazione del dovere sacrosanto
del personale sanitario alla cura del malato e della responsabilità dei legislatori
e dei cittadini di fornire e garantire la protezione a tutti, specialmente a coloro
che sono più a rischio”.
Cure palliative e libertà di coscienza per i medici
Di qui, il richiamo dei presuli ai “legislatori federali,
provinciali e territoriali” affinché difendano e proteggano sempre la vita, rinnovando
gli sforzi per “garantire l’accesso alle cure palliative e domiciliari e per proteggere
la libertà di coscienza degli operatori sanitari e delle istituzioni che rifiutano
la pratica dell’eutanasia e del suicidio assistito”. Da ricordare, infine, che il
Progetto di legge C-14 segue la decisione della Corte Suprema del Canada, relativa
ai primi mesi del 2015, di legalizzare e consentire un accesso più ampio all’eutanasia
e al suicidio assistito. (I.P.)
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