2016-04-14 15:20:00

Elezioni in Sud Corea: partito presidente Park perde maggioranza


Sono definitivi i dati sulle elezioni in Sud Corea. Il partito conservatore di Saenuri, che guida il governo, conquista soltanto 122 seggi su 300 totali, non raggiungendo la maggioranza assoluta. Dopo 16 anni il partito del presidente Park diventa minoranza all’interno dell’Assemblea. Vince il partito Minjoo che, con 123 scranni, sarà la prima forza rappresentata nel parlamento di Seul. Alla luce dei risultati elettorali, Daniele Gargagliano ha intervistato Rossella Idéo, storica dell’Asia orientale dell'Università di Trieste:

R. – E’ stato un voto che ha posto  in rilievo il sentimento che c’è in Corea del Sud per una gestione poco corretta soprattutto dell’economia, ma anche una gestione che tante volte – secondo la maggioranza dei sudcoreani, soprattutto quelli più progressisti – ha delle punte che ricordano un po’ un antiliberalismo un po’ viscerale di questa presidente, che è figlia di quel dittatore che è stato protagonista della politica coreana negli anni Sessanta e Settanta. Il padre è Park Chung-hee, dittatore che ha portato l’economia sudcoreana fuori dalle secche, ma il prezzo che è stato pagato a livello sociale è stato altissimo. La figlia, in un certo senso, pur essendo ormai "inquadrata" in una democrazia, ha fatto invece il contrario per quello che riguarda l’economia: addirittura un team di economisti di grande fama in Corea del Sud ha pubblicato di recente un libro, mettendo in rilievo gli errori che sono stati fatti negli otto anni di presidenti conservatori. Oltre a questo si accusa l’attuale partito conservatore, al potere da tanti anni, di aver favorito le speculazioni edilizie e di aver ulteriormente e continuamente tagliato le tasse dei ricchi, lasciando una rete di protezione insufficiente per le fasce più deboli che sono gli anziani e i giovani.

D. – Politiche sul lavoro considerate troppo flessibili e l’aumento delle diseguaglianze sociali sembrano essere le cause che hanno portato alla débâcle elettorale del partito conservatore…

R. – Delle differenze sostanziali di reddito, di classi, tra i grandi “Chaebol”, che sono questi grandi conglomerati – e le medie e piccole imprese; e, appunto, tra questa che viene chiamata flessibilità del lavoro, che in realtà diventa addirittura una sorta di sfruttamento da parte proprio dei grandissimi conglomerati.

D. – Ma si parla anche delle decisioni molto nette, come la chiusura dello stabilimento industriale a compartecipazione mista di Kaesong, che agli occhi di una parte degli elettori avrebbero esasperato i rapporti con il Nord. Come si profileranno le relazioni tra i due Paesi con questa situazione di scarsa governabilità?

R. – Mettono in serio dubbio quelle che sono le possibilità del parlamento, in questo ultimo anno di mandato della presidente, su quella che sarà una linea possibile - anche di comportamento con coerenza - con la Corea del Nord. La signora Park è stata accusata di avere mandato messaggi incoerenti, cioè a dire “Facciamo l’unificazione”: ma quale unificazione con la Corea del Nord? Una unificazione alla tedesca per assorbimento? Tanto è vero che si accusa in Corea del Sud, di essere stata una concausa delle grandi tensioni che ci sono con la Corea del Nord. E’ chiaro che la Corea del Nord è un Paese indifendibile, però anche una politica con una diplomazia più attenta avrebbe potuto evitare questa spirale di tensione, che è molto alta e che è molto preoccupante!

D. – Quali scenari ci aspettano in attesa delle presidenziali coreane del 2017?

R. – Per quello che riguarda la signora Park, naturalmente è sempre legata a quelle che sono le decisioni dell’alleato americano e deve fare anche molta attenzione a non irritare la Cina, che è il partner commerciale maggiore della Corea del Sud. Credo che la signora Park non possa ulteriormente lanciare provocazioni contro il Nord. C’è stata davvero una gestione poco attenta da un punto di vista politico sia dei rapporti con il Nord, sia con l’elettorato del Sud.








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