2016-04-11 15:17:00

Perù. Elezioni, vince Keiko Fujimori, ora il ballottaggio


In Perù, si è appena concluso il primo turno delle elezioni presidenziali. Keiko Fujimori, la figlia dell'ex presidente e dittatore Alberto Fujimori, si è imposta con il 39% e ora sfiderà al ballottaggio il liberale Pedro Pablo Kuczynski, che ha ottenuto il 24% dei voti. Terza la candidata del centrosinistra, Veronika Mendoza. Alberto Fujimori sta scontando una condanna a 25 anni di reclusione per truffa allo Stato e violazione dei diritti umani. Sulla pesante eredità lasciata dall’ex presidente Fujimori alla figlia Keiko, Daniele Gargagliano ha raccolto il commento del giornalista Maurizio Chierici, che da anni si occupa di cronache sudamericane:

R. – Si è creato, nei dieci anni dal Novanta al Duemila, questo tipo di popolarità fatta di piccole cose, che però erano le attenzioni di un popolo che è sempre stato un po’ abbandonato. Pensiamo che nel Novanta il 60% della popolazione era in estrema povertà e che oggi è sceso al 25-30%. Quindici anni dopo Fujimori hanno portato un liberismo che ha creato, sì, una crescita, che faceva sembrare il Perù uno dei Paesi felici dell’America Latina, ma ancora in realtà un 25-30% della popolazione è alla fame e nove milioni di persone senza acqua in casa, senza i servizi igienici. Poi, c’è soprattutto una certa rilassatezza, arrendevolezza. Quindici anni dopo Fujimori, i presidenti venuti dopo non hanno saputo dare al Paese una dignità comune. Quindi, il Perù è ancora un Paese che vive due realtà parallele, come nell’America Latina di tanti anni fa. Keiko Fujimori quando è stata nominata – era una ragazza ancora – era la prima signora del Paese, accompagnava il padre: era incaricata dei rapporti con le donne ed era stata bravissima nel contattarle e anche nell’aiutarle. Keiko Fujimori, alla vigilia delle elezioni, ha annunciato che non avrebbe riconosciuto la Costituzione del padre, che gli permetteva di essere rieletto per sempre.

D. – Lo sfidante per il secondo turno è il liberale settantasettenne Pedro Pablo Kuczynski. L’elettorato peruviano è molto giovane: questo dato può incidere a favore della quarantenne Keiko?

R. – Sì, può incidere a livello popolare, ma è stata completamente dimenticata nella campagna elettorale. Non è mai apparsa nelle tv nazionali, a parte una volta. Un economista di destra, liberista, che annuncia i suoi piani che sono quelli di un liberismo assoluto, quindi una nuova emarginazione. Keiko ha vinto su questo. Anche se è inconcepibile che la figlia di un dittatore, che ha accompagnato il padre nella dittatura come figura di primo piano, possa essere rieletta. Al ballottaggio lei è la donna da battere.

R. – Il Paese negli ultimi anni viaggia ad una crescita del Pil del 3 % a fronte, come diceva, di numerose sacche di povertà ancora presenti sul territorio. Quale scenario potrebbe aprirsi, a livello politico ed economico, in caso di una vittoria di Keiko Fujimori?

D. – A livello economico, credo non ci saranno soprassalti, perché è vero che Fujimori attingeva dal populismo, però ha creato una classe dirigente che continua, che si è battuta contro Toledo, con Humala, contro tutti presidenti. Questa classe può benissimo sopravvivere con Keiko. Teniamo presente che la vita professionale di Keiko Fujimori si è svolta negli Stati Uniti, dove si è anche sposata, ha frequentato l’università, ha diretto imprese ed è stata coinvolta in avventure economiche. Dà più sicurezza una giovane che sta crescendo con il Paese o un economista che è stato banchiere a New York?

R. – L’incubo del "fujimorismo" può incidere ancora al secondo turno?

D. – Ho sentito Gustavo Gorriti, un giornalista che era stato perseguitato dal fujimorismo ed arrestato. Tutti noi eravamo lì, ci siamo mossi e siamo riusciti a liberarlo. Poi, è andato a Panama e lì ha fatto la stessa cosa contro Pérez-Balladares, accusandolo di traffico e di fatti illeciti nei Panama Papers. Lui era molto preoccupato per l’arrivo di Keiko Fujimori, era un caso speciale.








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