2016-04-07 13:38:00

Il Papa a Lesbo tra i profughi il 16 aprile. Lombardi: un invito ad agire


Papa Francesco, accogliendo gli inviti del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo e del Presidente greco Paulopoulos, si recherà a Lesbo sabato 16 aprile. Lo rende noto la Sala Stampa vaticana. Nell’isola greca, il Papa, Bartolomeo e l’Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Hieronimus II, incontreranno i profughi qui ospitati. Su questo viaggio del Papa, ascoltiamo il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, al microfono di Sergio Centofanti:

R. – Come sappiamo, il Papa è sempre estremamente attento a tutte le grandi emergenze del mondo di oggi, in particolare quando ci sono persone che soffrono, che hanno bisogno della nostra solidarietà e del nostro aiuto. Com’era andato a Lampedusa, dopo pochi mesi dall’inizio del suo Pontificato, per manifestare la sua vicinanza sulla frontiera del Mediterraneo, tra l’Africa e l’Italia, così adesso, che l’emergenza è così forte invece sul fronte dell’Egeo, il Papa desidera naturalmente di far presente – anche concretamente – la sua partecipazione e la sua preoccupazione. Però, dato che siamo in un’area che è, dal punto di vista della Chiesa cristiana, principalmente ortodossa, lo fa insieme alle autorità ortodosse competenti, che sono il Patriarca di Costantinopoli e l’Arcivescovo di Atene. Quindi, è un gesto di solidarietà e di prossimità cristiana al grande problema dei rifugiati, dei profughi, dei migranti, che viene compiuto ecumenicamente dai rappresentanti delle Chiese cristiane. Questo è naturalmente un invito alla responsabilità e all’impegno per tutti: il Papa non fa degli atti di carattere direttamente politico; fa degli atti di carattere umano, morale e religioso estremamente significativi che richiamano però la responsabilità di ognuno, a seconda del suo compito e della sua situazione nella società e nei rapporti con gli altri. Quindi, certamente è anche un invito ai politici ad agire nella ricerca delle soluzioni più umane, rispettose e solidali nei confronti delle persone che soffrono in questi grandi movimenti problematici del mondo di oggi.








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