2016-04-07 14:20:00

Il governo punta su banda larga. L'opinione di Corecom Lazio


Il governo presenta il piano per la banda larga. Entro il 2020, anche grazie alla collaborazione con Enel, le connessioni internet ultraveloci saranno presenti in 224 città. Alessandro Guarasci:

Le autostrade digitali sbarcano nelle case di tutti gli italiani. O almeno questa è l’intenzione del governo. Per Renzi, l’obiettivo da qui al 2020 è coprire il 100% a 30 mega bps, e arrivare al 50% di abbonamenti con una connessione a 100 mega bps. Ad oggi, in tante aree del Paese non si arriva nemmeno ai 4 mega bps. Il governo ha così approntato un progetto strategico, con un fondo dello Stato da 4,9 miliardi. “Sblocchiamo le opere” dice il premier. La collaborazione con Enel, che non è più solo un operatore elettrico, è fondamentale e già il 29 aprile partiranno le prime gare. L’opinione di Michele Petrucci, presidente del Comitato per le Comunicazioni del Lazio

R. – Grazie alla banda larga, grazie alla banda ultra larga sarà possibile, non soltanto durante il tempo libero, godere dei contenuti che vengono ormai sempre più frequentemente diffusi da operatori nazionali e internazionali; sarà possibile usufruire di servizi, anche dal punto di vista professionale, quindi avere relazioni professionali con tutto il mondo; e, ultimo, ma non meno importante, sarà possibile ad esempio godere a pieno di quello che è stato l’introduzione dello Spid, il Codice unico dell’amministrazione digitale. Sarà possibile, cioè, a tutti quanti noi avere in tempi molto rapidi, e in maniera molto precisa ed efficace, servizi dalla pubblica amministrazione, partecipare in maniera più diffusa, più costante, più puntuale e richiedere alla pubblica amministrazione di essere più vicina e più veloce nel fornire i servizi che ci deve dare.

D. – Quanto è indietro l’Italia rispetto agli altri Paesi europei, soprattutto al Nord Europa?

R. – L’Autorità su questo, nell’ultima relazione, ha acceso un faro, in particolare sulla banda larga. L’ultima relazione di Agcom parla di un livello di copertura del 36 per cento, contro il 68 per cento dell’Unione Europea a 28. Quindi questo comporta un digital divide, che è sostanzialmente doppio rispetto a quello europeo, con – dice l’Autorità – situazioni regionali che arrivano addirittura alla totale assenza di reti a banda tutta larga. Ricordiamo che per banda larga si intende velocità superiore ai 2 megabit al secondo e si arriva fino a qualche decina di megabit. Con la banda ultralarga, invece, parliamo di velocità superiori alla decina di megabit al secondo, tipicamente di 40, 50 in su. Ecco, sulla banda ultralarga, che è quella che ormai serve - è necessaria per poter accedere a contenuti e servizi più avanzati, sia per il tempo libero sia per il tempo del lavoro sia per poter accedere ai servizi della pubblica amministrazione - su quella, siamo molto arretrati. Ben Vengano questi investimenti.








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