2016-04-07 14:00:00

A Seoul, Porta Santa su un autobus per i senzatetto


È una Porta Santa davvero speciale quella che i giovani di Seoul, in Corea del Sud, sono invitati a varcare in questo Giubileo straordinario della misericordia. Si tratta, infatti, della Porta Santa allestita su un autobus. L’iniziativa – riferisce l’agenzia Eglise d’Asie – è stata lanciata da padre Vincenzo Bordo, missionario nel Paese da 26 anni e che nella città coreana gestisce “La casa di Anna”. Si tratta di un Centro di assistenza per i senzatetto, ai quali vengono offerti cibo (con una media di 550 pasti al giorno), cure mediche e sostegno psichiatrico, ma anche di un Centro di accoglienza per i giovani che vi possono ricevere un’istruzione ed un accompagnamento personale e spirituale.

Portare la misericordia ai nuovi orizzonti
“Il Papa – spiega padre Bordo - ha permesso l’apertura di Porte Sante in tutte le diocesi del mondo, affinché tutti i fedeli le potessero attraversare e ricevere la grazia del perdono e la speranza di una vita migliore. Guidati da queste parole, anche noi siamo usciti dal nostro Centro per vedere se c’erano altri confini da esplorare e altri orizzonti da raggiungere”.

Aiutare i minori nelle periferie di Seoul
Per questo, continua il sacerdote, “abbiamo comprato un autobus, lo abbiamo allestito e ci siamo immersi nelle periferie della città per andare incontro agli oltre 250mila minori che per violenza, sopraffazione, abuso lasciano le loro case e si arrangiano come possono nei sobborghi di Seoul”. Tre volte a settimana, dunque, dalle 19.00 alle 22.00, lo speciale bus “giubilare” si sposta per la città. E con l’autorizzazione del vescovo locale, la porta dell’automezzo è diventata la ‘Porta della Misericordia’ e chi la oltrepassa “è invitato a praticare le opere di misericordia nei confronti di coloro che incontra sulla strada”.

Seguire Gesù sulla via della misericordia
​"La nostra missione è sulle orme di Gesù, che ha osato lasciare le 99 pecore del gregge di ricongiungersi con la quella smarrita," dice il missionario italiano, che quindi conclude: “Il cristianesimo non è una serie di preghiere da recitare, bensì è una persona viva e presente tra noi: Gesù Cristo, qualcuno da amare e da seguire nel percorso di amore misericordioso”. (I.P.)








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