Era il 4 aprile 2002 quando l’Angola metteva la parola “fine” alla guerra civile, dramma iniziato nel 1975 e proseguito per ben ventisette anni. Da allora, il Paese celebra, ogni 4 aprile, la “Giornata della pace e della riconciliazione”. Su questo importante anniversario si è soffermato mons. Gabriel Mbilingi, arcivescovo di Lubango, intervenendo ad una conferenza sul tema “La visione della Chiesa sulla pace”, organizzata dalla Radio nazionale dell’Angola.
Vivere in pace e dignità, consolidando l’unità nazionale
“Il 4 aprile – ha sottolineato il presule – l’Angola ha voltato una pagina importante
della sua storia ed ha dato inizio ad un’epoca di restaurazione nell’ambito della
vita sociale, politica, economica, culturale e religiosa”, ricostruendo “una patria
nuova nella mentalità”, “nuova nella giustizia”, “nuova nella convergenza dell’impegno
in favore della società e della solidarietà”. Di qui, l’auspicio a rinnovare la speranza
di vivere “in pace e dignità”, portando avanti “la sfida di consolidare l’unità e
la riconciliazione nazionale”.
Pace, dono di Dio
Infine, mons. Mbilingi ha sottolineato che la pace “è dono di Dio Padre che non vuole
vedere i suoi figli vivere divisi, bensì in armonia”. “La pace di Cristo – ha concluso
– è la riconciliazione con il Padre che si realizza mediante la missione apostolica
affidata da Gesù ai suoi discepoli”. (I.P.)
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