2016-03-31 15:10:00

Migranti, nel 2016 incremento degli sbarchi in Italia


I primi mesi dell’anno presentano un 80% di arrivi in più di migranti sul suolo italiano rispetto al 2015. Maria Laura Serpico ha chiesto al presidente del Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir), Roberto Zaccaria, se i flussi migratori verso la penisola italiana possano continuare ad aumentare nel corso del 2016:

R. – I numeri che riguardano l’Italia, dopo i numeri più alti del 2014, sono relativamente contenuti rispetto a quello che succede in Grecia e sulla rotta balcanica. La possibilità esiste, certamente: la chiusura di quella rotta può portare a un aumento. Non siamo però a numeri enormi. Il nostro Paese è attrezzato e si sta attrezzando per accogliere proporzioni di questo genere. Il problema quindi si interseca con altre questioni. Non siamo in grado di fare delle previsioni. Credo che il Ministero non sia in grado di fare previsioni solo sulla base di questi dati.

D. – Come risponde in proposito "Frontex", l'Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione Europea?

R. – "Frontex" ha diverse situazioni aperte. C’è un profilo, che è quello relativo prima di tutto ai salvataggi. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che le persone che attraversano il mare rischiano la vita e molti muoiono. Ci sono dei numeri che sono raccapriccianti. La rotta attraverso il Mediterraneo e l’arrivo in Europa è considerato uno dei più pericolosi del mondo. "Frontex", quindi, in primo luogo, con le sue navi deve tutelare le vite umane che attraversano questi Stati. Poi, ultimamente, in base all’accordo con la Turchia, "Frontex" con le navi si assume anche il compito di riportare queste persone nel luogo dal quale sono partite. Ma se sono partite per disperazione – per il fatto che in quei Paesi non trovavano un alloggio sicuro, quanto delle specie di centri di detenzione – evidentemente queste persone non sono portate a tornare in quei luoghi.

D. – L’Europa mostra due volti per l’accoglienza anche per come guarda agli eventi umanitari…

R. – I canali umanitari sono una cosa straordinaria e naturalmente chi li sperimenta dimostra una grande visione, un grande senso di umanità. Il problema è che una cosa è passare da numeri in qualche modo importanti, ma simbolici, di qualche migliaio di persone, alle proporzioni enormi che abbiamo di fronte. Non bisogna mai dimenticare che soltanto con riferimento ai profughi siriani, ce ne sono 2 milioni e 700 in Turchia, oltre un milione in Libano e 650 mila in Giordania. Se questi canali umanitari dovessero avere una dimensione importante, è chiaro che con le disponibilità molto ridotte di molti Stati europei sarebbe molto difficile collocare i numeri ai quali ho fatto riferimento. Noi tutti ci battiamo per questa strada, perché riteniamo che dare la sensazione che esistano questi corridoi e siano percorribili può portare almeno a rallentare il rischio terrificante degli sbarchi, degli esodi via terra, e la permanenza nei centri di detenzione. Anche questo, però, presuppone una visione europea molto matura, che in questo momento non si vede.

D. – Qual è la percentuale di minori presente sui barconi?

R. – E’ difficile dirlo con esattezza. Si parla però di percentuali superiori al 30%. In alcuni casi, quindi, ho visto delle statistiche parlare anche del 40%. Certamente, questa è la cosa più drammatica e più struggente. Vuol dire che ci sono famiglie – e ci sono immagini in questo senso tristissime – ci sono madri che consegnano i loro figli di giovane età senza salire su queste barche, perché vogliono che questi ragazzi, questi giovani, questi bambini possano avere un futuro. Questa è la cosa più drammatica e per questo il Consiglio Italiano per i Rifugiati è molto impegnato ad accogliere questi minori non accompagnati. Sono davvero, infatti, il problema nel problema.

D. – Quali difficoltà incontrano i Porti italiani che accolgono gli sbarchi?

R. – Se si pensa che i primi tre Porti di arrivo sono Pozzallo, Augusta e Lampedusa, dove ci sono numeri importanti, e che già in questo inizio di anno si parla di oltre 3.000 persone a Pozzallo, oltre 3.000 ad Augusta e 2.600 a Lampedusa, si capisce che queste realtà, nonostante ci siano degli interventi molto significativi del Ministero degli interni, sopportano un peso sproporzionato rispetto alle loro forze.








All the contents on this site are copyrighted ©.