2016-03-29 18:48:00

La morte di Regeni. I genitori chiedono fermezza al governo


“Se il 5 aprile sarà una giornata vuota confidiamo in una risposta forte del nostro Governo”. Lo ha affermato la madre di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo, in merito alla data in cui le autorità egiziane daranno gli atti ai magistrati italiani. Nel pomeriggio i genitori del ragazzo hanno tenuto una conferenza stampa al Senato. Giampiero Guadagni:



L'Italia deve pretendere la verità. In attesa dell'arrivo a Roma il 5 aprile degli investigatori egiziani, Paola e Claudio Regeni parlano ai giornalisti nella Sala Nassiryia del Senato dell'omicidio del figlio Giulio. Una prova difficile, affrontata assieme a Luigi Manconi, presidente della Commissione per i diritti umani; all'avocata Alessandra Ballerini; e al portavoce di Amnesty International Italia  Riccardo Noury. “E' morto sotto tortura. Sul suo viso ho visto il male del mondo”, ha detto la madre, che fa sapere: “In obitorio l'ho riconosciuto solo dalla punta del naso”.

Una fotografia, quella del cadavere di Giulio, che i genitori non vogliono ancora mostrare. Se il 5 aprile non ci saranno collaborazione e risposte concrete, aggiunge il padre, confidiamo in una risposta molto forte del governo italiano. Quale, lo precisa Manconi: richiamare l'ambasciatore italiano al Cairo per consultazioni, rivedere le relazioni consolari tra i due paesi, inserire l'Egitto nell'elenco dei paesi non sicuri. D'altra parte l'impegno personale del presidente egiziano Al Sisi non frena i depistaggi. Manconi definisce osceno e grottesco l'ultimo, quello del ministero dell'interno egiziano che ha attribuito la responsabilità dell'omicidio ad una banda criminale locale, a sua volta sterminata nei giorni scorsi dalle locali forze dell'ordine.
 








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