2016-03-29 14:56:00

Cristiani in Siria: nostra fede nel Risorto più forte della paura


Gesù è la nostra speranza, è a Lui, alla potenza della sua Resurrezione che il Papa ha affidato nei giorni di Pasqua il futuro della “cara” Siria, i colloqui in corso, la pace. E la Chiesa locale, specie ad Aleppo, ha dato testimonianza di essere viva e unita, ritrovandosi in preghiera nelle celebrazioni pasquali. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Solo un anno fa in aprile a Pasqua c’erano razzi che cadevano sui quartieri cristiani di Aleppo e due giovani dell’oratorio salesiano trovavano la morte. Oggi, in una città distrutta e in parte svuotata, non c’è guerra, ma la paura resta. Nonostante ciò il coraggio dei cristiani ha vinto. In centinaia hanno voluto ringraziare Dio per la Pasqua. La testimonianza di padre Ghassan Sahoui, gesuita, che ha celebrato i riti di diverse comunità ad Aleppo:

“Abbiamo sentito per la prima volta - dopo quasi 5 anni o forse di più… - un’atmosfera più bella, più gioiosa: sì, era presente una atmosfera di speranza molto grande, anche grazie a questo cessate-il-fuoco. Ho percepito che i cristiani avevano bisogno di esprimere questo loro legame con il Signore nelle preghiere: tutti – tutti! – sono andati nelle chiese. Devo dire che si sente che questa minoranza è viva, sente la chiamata di Gesù ad essere una vera comunità di fedeli, che si amano gli uni gli altri e che hanno una coscienza della loro missione, di essere come il sale della terra. E questo è per me è una cosa bella, è un segno di speranza: Aleppo non è morta!”.

“Cristo Risorto indichi sentieri di speranza alla cara Siria”, ha detto il Papa nel giorno di Pasqua, osservando anche, però, che il Paese è ancora ferito, dilaniato. La testimonianza del parroco della comunità latina di Aleppo, padre Ibrahim Alsabagh, racconta proprio di una città sofferente, ma svela anche l'obiettivo di tutti i cristiani rimasti:

R. - Anche oggi, in Siria, nonostante i tanti segni di speranza, continuiamo a sentire la morte. In tante famiglie non c’è ancora il pane sufficiente per sopravvivere… Però sempre, con la Pasqua di Cristo, noi ci siamo, per riavviarci e rinnovarci dal didentro, per rinnovare la nostra vita, per ritrovare anche la forza di andare oltre la morte. E’ molto bello vedere come, in questi giorni della Settimana Santa, il Signore abbia fatto dei miracoli all’interno dei cuori: la Parola ha guarito tante ferite! Quanti miracoli il Signore ha operato e quanta gioia, quanta consolazione, quanta guarigione ha portato a questi cuori! Per noi questa è la Pasqua…

D. – Cosa vi siete detti, come comunità, in questi momenti che avete trascorso insieme?

R. – Il Signore può vincere oggi la sofferenza e la morte che viviamo. La nostra comunità, qui ad Aleppo, si è dimostrata molto presente, molto vivace sin dalla Domenica delle Palme. Alcuni dei nostri parrocchiani, incontrandoci, dicevano: “Abbiamo perfino creduto che non ci fossero più cristiani in Siria!”. Invece grazie a questa presenza fortissima, abbiamo tutti compreso che c’è una comunità molto forte ad Aleppo, che prega, che loda il Signore, che vuole superare tutta la sofferenza rinnovando un po’ la sua vita per continuare ad essere presenti ed essere un segno della Resurrezione di Cristo.

D. – Avete avuto modo anche di condividere questi giorni con altre comunità: con i melchiti, con gli ortodossi, con i maroniti. Come è andata tra di voi?

R. – Nelle nostre chiese, in tutta la Siria, i fedeli vanno sempre dappertutto ed anche la nostra chiesa viene "frequentata" da tutti i riti. Qui abbiamo questo scambio, questa vera comunione fra tutti i cristiani. Dico anzi che oggi, proprio questa mattina, alcune signore mi confessavano che hanno vissuto, nonostante fossero ortodosse, nella Liturgia tutto quello che noi abbiamo vissuto del Mistero Pasquale; alcune di loro hanno anche fatto il digiuno, ancor prima che iniziasse il loro…

D. – Qualcuno lo definisce “ecumenismo del sangue”…

R. – Sì, l’”ecumenismo del sangue” e l’”ecumenismo pratico” vissuto ogni giorno. Qui quando ci salutiamo nel periodo pasquale, si dice “Cristo è Risorto!” e, anche se non è ancora la festa degli ortodossi, tutti ripetono e confermano "davvero Cristo è Risorto!”. E noi siamo testimoni di questo.

D. – Immagino che l’augurio, in questi giorni, come quello che ha espresso anche il Papa a Pasqua, sia che questi colloqui in corso a Ginevra portino a frutti concreti. Nella vostra comunità si crede che la politica stia finalmente ragionando concretamente sul futuro del vostro Paese?

R. – C’è qualcosa che si muove e si vede che c’è una volontà seria. Noi abbiamo fiducia nella coscienza generale internazionale, però abbiamo speranza in una sola persona, che è Cristo Risorto.  Ci sono comunque segnali positivi, che accogliamo con grande gioia, e continuiamo a pregare, affinché il Signore vinca!








All the contents on this site are copyrighted ©.