2016-03-26 12:17:00

L'Ora della Madre a Santa Maria Maggiore, in attesa della Risurrezione


Il cardinale Santos Abril y Castelló, arciprete di Santa Maria Maggiore, ha presieduto stamane in questa Basilica papale la celebrazione dell’Ora della Madre, che ricorda la fede di Maria nell’attesa della Risurrezione del Figlio. Si tratta di un rito che unisce testi e canti della tradizione latina e bizantina per celebrare il Sabato Santo, il giorno del silenzio, il giorno di Maria che, nonostante il buio della morte, crede e spera per tutta l’umanità. Ascoltiamo il padre servita Ermanno Toniolo, al microfono di Sergio Centofanti:

R. – La fede si è raccolta tutta nel cuore della Madre in quel giorno. Nessuno ci credeva più; tutti pensavano che fosse fallito, il Signore. Lei sola portava, Lei che tutto ricorda nel cuore, le sue divine parole, con le quali aveva promesso che sì, sarebbe morto, ma poi il terzo giorno sarebbe risorto. Con questa fede ardente, con questa speranza viva, Lei rimane, pregando, implorando, per così dire anticipando la venuta del Signore con le sue suppliche, Lei che ne è la Madre. L’Ora della Madre, dunque, è il commemorare insieme, come figli, quello che Lei ha per noi sofferto, completando ciò che ancora mancava, dice Paolo, alla Passione di Cristo per la sua Chiesa e per il mondo. E quindi è l’ora del suo dolore ultimo, la desolazione, l’abbandono totale, anche per Lei, come per Gesù sulla Croce, l’abbandono totale, dove sembrava tutto finito, o la tentazione che la faceva dubitare; ma Lei rimane intrepida, ferma, e porta la sua speranza alta come fiaccola sul mondo intero. E allora ecco che abbiamo il duplice aspetto: la celebrazione del dolore della Vergine, la celebrazione della speranza, della gioia della prossima Pasqua, e quasi l’invito al Signore a tornare presto tra i vivi. E noi con Lei diciamo: “Mostraci, o Madre, il Figlio tuo risorto”. E quindi è tutta una celebrazione che si vive in intimità, con Colei che, Madre di Dio, è diventata, specialmente con il testamento di Gesù sulla Croce, la Madre nostra, la Madre della misericordia, della tenerezza, la Madre che ci accompagna, come dice Papa Francesco, sicura, giorno dopo giorno, del nostro cammino.

D. – È un invito ad affidarsi a Maria, che crede e spera per tutti noi, che di fronte al male siamo tentati di disperare. Maria ci porta a Gesù risorto…

R. – Certo. Nonostante tutto, sembrava tutto fallito… “Quel seduttore” - dissero a Pilato - “quando era vivo ha detto che sarebbe risorto. Metti le guardie!”. Sembrava tutto finito e che il male avesse la vittoria in pugno. Ma Dio è più grande del male. Alla fine sarà sempre Dio, che è amore, che vincerà, nonostante la cattiveria di tutti gli uomini. Ecco, allora il Cristo che risorge, glorioso, portando con sé tutti i padri antichi, morti da Adamo in poi, per aprire con loro le porte del Cielo, e iniziare, Lui, il primogenito tra tanti fratelli, il Paradiso degli Angeli e dei Santi, dove saremo anche noi piacendo al Signore, con l’aiuto della Madre, che è Regina incoronata. Ed ecco che la Vergine Santa, in quest’attesa del compimento pasquale del Figlio, della vittoria del bene sul male, di Dio sugli uomini: ecco che la Vergine diventa anche per noi segno luminoso di speranza, che ci accompagna sì nel nostro tribolato cammino, ma con la certezza di trovarci tutti insieme – le porte sono ormai spalancate – in quel Paradiso di Dio, dove il Padre ci attende, Egli che è infinito amore, con il Figlio e lo Spirito Santo. 








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