2016-03-24 14:30:00

Card. Bagnasco festeggia il 50.mo di ordinazione sacerdotale


“Sono lieto e grato al Signore che mi ha concesso – lontano da ogni aspettativa e speranza – di celebrare il 50.mo di ordinazione sacerdotale nella cattedrale che mi ha generato sacerdote e vescovo; insieme al presbiterio che mi ha custodito, e che ora amo con cuore di fratello e di padre”. Così il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nell’omelia pronunciata stamattina nella cattedrale di San Lorenzo durante la Messa del Crisma nella quale ha ricordato anche il suo 50.mo anniversario di ordinazione. 

L'esortazione ai confratelli a non sminuire il sacerdozio
“Nel mio cuore – ha proseguito l’arcivescovo – rivedo volti cari, a loro e a tanti altri sono debitore di buon esempio e saggezza. A voi, fedeli laici, dico il mio affetto e la mia riconoscenza. Ai nostri seminaristi rinnovo l’incoraggiamento: vi prego, proseguite la via di Dio con fiducia e semplicità generosa". Rivolgendosi ai confratelli il card. Bagnasco li ha invitati a non sminuire mai il proprio sacerdozio, "né con i nostri limiti e peccati, né con la tiepidezza o l’abitudine degli anni. La semplicità del nostro operare – all’altare, in casa, sulla strada – non sia mai banalità, ma frutto del nostro pregare in ginocchio, cioè del nostro adorare la grandezza di Dio nella nostra debolezza, grati che Dio ci ami nella nostra povertà”.

Il ricordo dell'ordinazione 50 anni fa nella stessa cattedrale di Genova
“Insieme ai miei quindici compagni di classe – ha continuato – mi rivedo prostrato sul pavimento di questa amata cattedrale che, come grembo fecondo e lieto, ci ha generati a novità di vita: piccoli uomini che il Signore ha guardato con occhi di misericordia e di elezione. Nessuno di noi si sentiva meritevole e degno, nessuno poteva prevedere nulla del proprio futuro: una sola cosa ci bastava, la fedeltà di Gesù, il desiderio sincero, pieno di slancio giovanile, di esserGli anche noi fedeli, di vivere consegnati a Lui che ci aveva chiamati per nome”. 

Il porporato ha chiesto di pregare per le vocazioni
Nell’omelia il cardinale ha poi chiesto a tutti di “intensificare la preghiera, perché il Signore mandi gli operai di cui abbiamo bisogno, e perché i giovani non abbiano paura di ascoltare e di rispondere prontamente”. (R.P.)








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