Pace in Libano e nel mondo, amore, riconciliazione e unità nazionale. Queste le parole più ricorrenti risuonate nelle omelie per la Domenica delle Palme nelle diocesi del Libano.
Il Patriarca Raï : la Domenica delle Palme sia l’alba della giustizia
A Bkerké - riferisce il quotidiano libanese L’Orien-le-jour - il cardinale Patriarca
dei maroniti Béchara Raï ha espresso l’auspicio di “una vita di pace “ per i libanesi,
pregando Dio che questa festa sia “l’alba della giustizia e del diritto in Libano
e in tutti i Paesi del mondo”. Nella cattedrale di San Giorgio, l’arcivescovo maronita
di Beirut mons. Boulos Matar, ha, da parte sua, spronato i libanesi a “una vita d’amore
perché il Libano possa vivere”. Nell’omelia li ha quindi esortati a “una grande e
reale riconciliazione” nazionale e “alla fratellanza, lontano dall’odio”, ricordando
l’ingresso umile di Gesù a Gerusalemme compiuto con la “forza dell’amore e della riconciliazione”.
Quindi l’arcivescovo ha deplorato la violenza che insanguina il Medio Oriente in cui
“ogni giorno ci si uccide in guerre senza fine” e si è rivolto in particolare ai libanesi
affinché “restino uniti nel rispetto reciproco” perché il Libano “sia un modello del
vivere insieme a immagine del Regno celeste”.
Il Patriarca Grégoire III Laham: basta terrorismo
Un appello alla pace in tutti i Paesi del Medio Oriente è giunto anche da Damasco,
dove il Patriarca greco-cattolico Grégoire III Laham ha presieduto la Messa nella
cattedrale di Notre-Dame de Niah. Dopo avere condannato con forza il terrorismo che
imperversa tanto in Medio Oriente che in Europa, negli Stati Uniti e in Africa, Laham
ha invocato “la fine della guerra e del traffico di armi” e chiesto che sia data un’opportunità
“alla pace, all’amore e ai bambini”.
L’arcivescovo di Tripoli Abou Jaoudé: i politici si impegnino per la pace
Analogamente Tripoli, in Libano, l’arcivescovo maronita Georges Abou Jaoudé ha espresso
la speranza che i leader politici “operino per diffondere l’amore e la pace e allontanino
da sé lo spirito di odio e interessi personali” Egli li ha quindi esortati a fare
della politica “l’arte di guidare il popolo verso la pace e a non radicare l’odio
nel cuore dei libanesi” In questo senso ha rivolto un appello a tutte le fazioni a
proseguire il dialogo per arrivare finalmente all’elezione del nuovo Presidente della
Repubblica che i libanesi attendono da quasi due anni. (L.Z.)
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