2016-03-19 12:35:00

Congo Brazzaville al voto. Nguesso favorito al terzo mandato


Domenica di voto nella Repubblica del Congo per le elezioni presidenziali. Stando ai sondaggi, il grande favorito è il presidente uscente, Denis Sassou-Nguesso – da oltre 30 anni al potere, con una pausa tra il 1992 e il 1997 – che dovrà vedersela con otto sfidanti. Nguesso si presenta per il terzo mandato consecutivo, grazie al cambio della Costituzione voluto da lui stesso e approvato attraverso un referendum popolare, che toglie il limite di età a 70 anni per potersi candidare (Nguesso ne ha 72) e riduce il mandato presidenziale da sette a cinque anni. Per un’analisi generale della situazione nel Congo Brazzaville, Marco Guerra  ha intervistato Enrico Casale, redattore della rivista "Africa" dei Padri Bianchi:

R. – Nguesso è certamente il favorito di queste elezioni nella Repubblica del Congo. Per riuscire a essere rieletto per il terzo mandato ha convocato un referendum che modificasse la Costituzione del Paese e gli permettesse di ricandidarsi. Teniamo presente che Nguesso si ricandida per la terza volta, ma lui è da 30 anni al potere in quello che era il Congo francese, un Paese pieno di risorse naturali; pensiamo al petrolio ma anche e soprattutto al legname.

D. – Dopo oltre 30 anni di potere nella mani di Nguesso – c’è stata solo un’interruzione tra il ’92 e il ’97 – nel panorama regionale africano che Paese è il Congo?

R. – Il Congo è un Paese politicamente stabile perché Nguesso è al potere da circa 30 anni. E' un Paese che ha enormi risorse – come dicevo prima – soprattutto petrolio e legname che potrebbero garantire un discreto tenore di vita all’intera popolazione. In realtà non è così, perché le risorse non vengono equamente ripartire e quindi i proventi vanno soprattutto alla classe dirigente legata al presidente.

D. – Però, se non sbaglio, la campagna elettorale è stata abbastanza tranquilla, non ci sono state tensioni. Quindi, parliamo comunque di un Paese pacificato o ci sono delle divisioni? C’è della rabbia che cova sotto?

R. – Sicuramente c’è della rabbia che cova sotto, che è emersa prima del referendum per la modifica della Costituzione, quindi c’è della tensione. Certo, questo presidente dando stabilità è una garanzia nei confronti della regione e quindi delle potenze che acquistano le risorse naturali dal suo Paese.

D. – Abbiamo detto che probabilmente Nguesso verrà rieletto. Quali sono le sfide che spettano al nuovo governo?

R. – Il Congo Brazzaville non ha un’importanza strategica così forte, come ad esempio la vicina Repubblica Democratica del Congo. In questo momento non ha tra i suoi vicini, tra le nazioni confinanti, particolari tensioni, quindi dal punto di vista delle relazioni internazionali non ci sono gravi crisi o gravi problemi che la Repubblica del Congo deve affrontare. Dal punto di vista economico, certamente dovrebbe esserci una migliore ripartizione delle risorse naturali cosa che, se venisse rieletto il presidente, non credo possa esserci.

D. – Il Paese anche etnicamente non è attraversato da divisioni, non ci sono i problemi legati al fondamentalismo…

R. – No, c’è una minoranza musulmana che in quanto tale finora non ha dato alcun problema. Dal punto di vista religioso, in quest’area non ci sono tensioni al momento. La convivenza religiosa è stata abbastanza tutelata dalle istituzioni congolesi.








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