2016-03-19 11:09:00

Attacco kamikaze a Istanbul: 5 morti e oltre 30 feriti


Almeno 5 morti e 36 feriti, di cui 12 sono stranieri nell'esplosione avvenuta sulla centralissima viale Istiklal a Istanbul, a poca distanza da piazza Taksim. Sembra che il kamikaze che si è fatto saltare in aria avesse un altro obiettivo, ma l'esplosivo che aveva addosso è scoppiato prima del previsto. Precisamente, il kamikaze è saltato in aria su Balo Sokak, a pochi metri dalla piazza di Galatasaray e dal centro commerciale "Demiroren", il più grande della zona. Come avviene regolarmente nei casi di attacchi terroristici in Turchia, l'autorità radiotelevisiva ha imposto una censura sulla trasmissione di immagini dalla zona dell'attentatoPer una riflessione, Fausta Speranza ha intervistato Stefano Silvestri, consigliere scientifico dell'Istituto Affari Internazionali:

R. – Diciamo che, purtroppo, il problema continua. Il centro della questione evidentemente rimangono Siria, Iraq, Daesh, i curdi, eccetera. Ma il problema è che l’instabilità si sta espandendo e la Turchia è evidentemente ormai al centro di una vera tempesta. Adesso vediamo: se l’accordo con l’Unione Europea consoliderà un po’ la situazione, questo potrebbe essere un fatto positivo. Però, la realtà è che il governo turco rimane sostanzialmente abbastanza isolata, in parte a causa delle sue stesse politiche. E questo, naturalmente, ne fa un obiettivo allettante per molti.

D. – Quale partita sta giocando, la Turchia?

R. – La Turchia vorrebbe allo stesso tempo rafforzare il suo ruolo di potenza regionale all’interno del Medio Oriente, diventare un po’ il punto di riferimento di tutta la parte del mondo musulmano e in particolare del mondo musulmano arabo-sunnita. E nello stesso tempo, però, rafforzarsi nei confronti dell’Europa, se non come membro dell’Unione Europea, che è una prospettiva molto lontana e forse anche improbabile, almeno come partner privilegiato dell’Unione Europea, mettendosi in mezzo anche, con una certa criticità, nei confronti della Russia. E’ un gioco ambizioso, molto difficile, e che forse potrebbe essere più semplice se non ci fossero anche, in questo momento, i problemi di politica interna del regime di Erdogan.

D. – Diciamo qualcosa proprio a proposito delle problematiche interne?

R. – Diciamo che Erdogan ha voluto forzatamente fare due volte le elezioni per riconquistare una maggioranza assoluta che aveva perso con le elezioni precedenti e in questa maniera, però, ha anche riaperto di forza il problema curdo, in questa maniera si è esposto di più alla contestazione – anche violenta – dei curdi e probabilmente ha offerto il fianco agli attacchi terroristici. Diciamo che quello che ha guadagnato da una parte, rischia di perderlo dall’altra.








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