2016-03-16 11:00:00

Consiglio d'Europa. No definitivo all'utero in affitto


Il Consiglio d’Europa ha respinto definitivamente con 16 voti contrari e 15 favorevoli la pratica della cosiddetta maternità surrogata. La Commissione affari sociali dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha bocciato ieri il testo proposta dalla deputata belga, Petra de Sutter, che chiedeva in particolare ai governi dei 47 Stati membri del Consiglio di seguire la strada di una “regolamentazione internazionale” della pratica. Decisivo il voto delle due delegate italiane, le deputate Pd Eleonora Cimbro e Teresa Bertuzzi. Davanti alla sede parigina del Consiglio d’Europa, in coincidenza del voto, si sono tenute manifestazioni di varie associazioni, molte delle quali di ispirazione cristiana. "Non c’è dubbio che si tratti di una buona notizia”, ha commentato in una nota l'on. Paola Binetti di Ap (Ncd-UdC). “La votazione – scrive la Binetti – ha avuto solo un voto di scarto tra oppositori e fautori, ma non c’è dubbio su quale sia stata la volontà politica di mettere un freno a questa pratica che rappresenta una violazione dei diritti del bambino e uno sfruttamento del corpo delle donne”. Soddisfazione da Nicola Speranza, portavoce della Federazione Europea dell’Associazione Famiglie Cattoliche. Ascoltiamolo al microfono di Paolo Ondarza:

R. -  Di fronte ad un testo che apriva a certe forme di maternità surrogata, siamo molto soddisfatti che questa relazione sia stata rifiutata in toto, in un primissimo stadio della procedura dell'assemblea parlamentare. Tanti sono stati i punti controversi a cominciare dalla nomina della relatrice, la quale per prima nella sua clinica in Belgio pratica la maternità surrogata. Quindi c'era anche una questione di conflitto di interessi. Adesso il fatto che la commissione, con una maggioranza non schiacciante, bisogna riconoscerlo, abbia rigettato il testo, prova da un lato il fatto che non c'è unanimità su questa questione che, al contrario, solleva le preoccupazioni della maggior parte dei cittadini europei; e dall'altro notiamo anche che c'è un bisogno di allertare l'opinione pubblica, di formarla, sensibilizzarla su come l'utero in affitto sia veramente una violazione dei diritti dell'uomo.

D. - Quando lei dice che il testo prevedeva "certe forme di maternità surrogata" che cosa intende?

R. - La direzione era quella di una condanna generica della maternità surrogata cosiddetta commerciale e poi la legalizzazione per altre forme: quelle che non prevederebbero uno scambio di denaro.

D. - Quelle forme intese come "donazione"?

R. - Sì. Intese come donazione, ma sappiamo bene che non si può parlare veramente mai di donazione...

D. - E non è passato neanche questo tipo di maternità surrogata?

R. -  No. Non è stata accettata perchè proporre una legalizzazione significa un'accettazione di qualcosa che strumentalizza la donna ed anche il bambino.

D. - Un tema tanto sensibile è stato dibattuto a porte chiuse. Questo è stato criticato...

R. -  Noi come Federazione Europea dell’Associazione Famiglie Cattoliche abbiamo criticato questa decisione su un tema che tanto interessa l'opinione pubblica.

D. - Che peso avrà questo voto sia per quegli Stati in cui l'utero in affitto è una pratica legalizzata che in quelli in cui si dibatte della liceità della maternità surrogata come l'Italia?

R. - Io penso che incoraggerà chi in Europa si batte contro questa pratica. Lei parlava dell'Italia: dobbiamo dire che la delegazione italiana è stata alquanto chiara. I due membri (Pd) della Commissione sono stati molto decisi, anche se la relatrice faceva parte del loro stesso gruppo politico. Loro hanno votato contro. Quindi io penso che il primo risultato sia un grande incoraggiamento. Bisogna continuare su questa strada tracciata dal Parlamento Europeo precedentemente e a più riprese, che è quella di una proibizione, di un divieto di ogni forma di maternità surrogata. 

D.- Poco cambierà per quegli Stati in cui la maternità surrogata è legale?

R.- Sì, poco cambierà, ma essendo una battaglia etica per la vita, si tratta di una battaglia culturale. Vediamo che ci sono dei cambiamenti anche nei Paesi al di fuori dell'Europa nei quali la pratica della maternità surrogata era diventata quasi un'abitudine, una cosa normale. Ci sono delle restrizioni: penso al caso dell'India che adesso impedisce il ricorso alla maternità surrogata alle coppie straniere. Ci sono degli avanzamenti in questo senso.

D. - Quanto hanno pesato le proteste contro l'utero in affitto o la conferenza internazionale promossa dal movimento femminista a Parigi nelle scorse settimane contro la maternità surrogata?

R. - La mobilitazione è stata sorprendente: ha superato le abituali differenze politiche, ideologiche. Qui al Consiglio d'Europa mai si è vista una tale mobilitazione contro un progetto di risoluzione che non è neanche arrivato ad essere discusso in plenaria, ma è stato bloccato fin dall'inizio.








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