2016-03-15 15:45:00

La svolta birmana: un presidente civile dopo decenni di militari


La Birmania ha un nuovo presidente: è Htin Kyaw, 69 anni, il primo civile eletto dopo oltre 50 anni di dittature militari. Si tratta del candidato espresso dalla Lega nazionale per la democrazia di Aung San Suu Kyi, di cui è Htin Kyaw è consigliere di lunga data. E’ stato eletto con 360 voti su 625, i suoi due avversari diventano automaticamente vicepresidenti, uno dei quali nominato dai militari che di diritto controllano un quarto dei seggi in parlamento. Al microfono di Francesca Sabatinelli, a tracciare un profilo del nuovo presidente è Cecilia Brighi, segretario generale dell'Associazione “Italia Birmania insieme” e autrice del volume "Il pavone e i generali", uscito in edizione aggiornata nel febbraio scorso:

R. – Htin Kyaw è una persona molto riservata, un intellettuale, un economista che ha lavorato per lunghi anni a fianco di Aung San Suu Kyi, anche durante i suoi arresti domiciliari. E’ una persona molto impegnata da sempre per la democrazia. Credo, quindi, che sia la persona più giusta che Aung San Suu Kyi potesse scegliere in questa situazione: è una persona misurata, di grande competenza e di grande impegno politico.

D. – Il profilo del nuovo presidente pone la domanda di che cosa potrà fare per l’economia del Paese, per l’economia nazionale…

R. – L’Nld (National League for Democracy) si è presentato alle elezioni del 2015 con un programma politico, ma anche un programma economico. Il presidente ha un grande ruolo e sicuramente – come Aung San Suu Kyi ha detto nel passato anche recente – lei avrà un ruolo maggiore di quello del presidente, cioè lavoreranno insieme. Questo programma prevede un forte impegno alla trasparenza e quindi alla lotta alla corruzione, che è uno dei problemi più gravi di questo Paese: una corruzione diffusa, si è costruita una "cultura" della corruzione senza la quale non si riesce a ottenere nulla. Il primo obiettivo, quindi, è la lotta alla corruzione. Di qui, un impegno per la crescita economica e per il lavoro – un lavoro dignitoso per tutti – e quindi anche per la costruzione delle infrastrutture economiche, che possono permettere la crescita di questo Paese, che ha il 70% della popolazione impegnata in agricoltura con grandi difficoltà: non c’è energia elettrica, infatti, e un’assenza di infrastrutture fisiche importanti. Sicuramente, quindi, il nuovo presidente avrà una responsabilità molto grande e grandi sfide, di cui la prima è quella della pacificazione. Sono aumentati, infatti, gli scontri in alcuni Stati etnici, nello Stato Kachin e nello Stato Chan, e ancora qualche estensione si ritrova nello Stato Karen. Il primo impegno politico di Aung San Suu Kyi, quindi, e del nuovo presidente sarà quello del dialogo di pace con le nazionalità etniche a cui devono partecipare necessariamente i militari.

D. – Tra i due vice presidenti troviamo Myint Shwe, nominato dai militari, che è arrivato secondo alla votazione. Che cosa significherà per Htin Kyaw, per il nuovo governo, questa presenza?

R. – Era necessario che si scegliesse un vicepresidente nominato dai militari, perché è questa la procedura. Le tre persone con più voti, cioè, devono essere elette e quindi una parte di questi voti spetta ai militari. Il vicepresidente di estrazione militare è stato nominato solo con i voti dei militari, mentre il presidente e l’altro vicepresidente (Henry Van Thio Ndr) sono stati scelti dalla rappresentanza dell’Nld. Sicuramente doveva andare così. Lui (Myint Shwe NdR) è un rappresentante dell’ala dura dei militari e questo, secondo me, è un segnale per il Paese, quello di avvertire: attenzione, i militari ci sono, continueranno ad avere un ruolo e senza i militari non si potrà cambiare nulla a partire dalla Costituzione.

D. – Lei è appena rientrata dalla Birmania. Che situazione ha trovato proprio a ridosso dell’elezione del presidente?

R. – E’ un Paese che sta cercando di cambiare. C’è una grande attesa per il nuovo governo. Tutti si aspettano che ci sia un segno di cambiamento e il segno di cambiamento è già nelle attese di tutta la popolazione. Ci si aspetta che nel nuovo governo – che dovrà essere sicuramente molto più ristretto come membri rispetto al precedente governo semi-militare – ci sia appunto una maggiore trasparenza e anche un cambio di passo sostanziale rispetto al passato. C’è un lavorio anche nel parlamento, perché i nuovi parlamentari sono tutti stati scelti tra gli attivisti nel territorio, gente che ha le mani in pasta sul campo. Un elemento importante, secondo me, è che per la prima volta uno dei due vicepresidenti è un etnico. Come il portavoce del parlamento, che è Karen, il vicepresidente, Henry Van Thio, è di etnia Chin e questo ha un significato molto importante: per la prima volta, in un Paese in cui lo scontro con le nazionalità etniche è durato oltre 50 anni, alle cariche più alte dello Stato ci sono dei rappresentanti di etnie di minoranza. E’ un fatto molto importante.








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