2016-03-14 13:40:00

Siria: confermato uso armi chimiche, riprende il negoziato


Armi chimiche usate almeno 161 volte durante i 5 anni di guerra siriana: dopo anni di denunce e indiscrezioni, arriva il rapporto della Syrian American Medical Society, che elenca i drammatici episodi costati la vita a 1.500 persone. Da almeno due settimane sul piano militare la tregua sembra reggere, considerando che non aderiscono né il sedicente Stato islamico, né al-Nusra, la fazione jihadista legata ad al-Qaeda. E questa mattina è ripartito il negoziato a Ginevra per una soluzione del conflitto siriano, costato la vita finora a 250 mila persone. Il servizio da Ginevra di Stefano Marchi:

I negoziati per la pace in Siria sono ricominciati oggi al Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra con un incontro tra l’inviato speciale dell’Onu Staffan de Mistura, e la delegazione del governo siriano. Queste trattative, almeno per ora, sono indirette, e de Mistura, definitosi “facilitatore e stimolatore”, presto si riunirà separatamente anche con la delegazione dell’Alto Consiglio Negoziale, che rappresenta l’opposizione siriana “moderata”, seppur in modo incompleto. Questi difficilissimi negoziati erano falliti due volte. Stamani de Mistura ha affermato che “questo è il momento della verità” e ha avvertito le parti che se non constatasse una loro volontà di negoziare, farebbe appello alle potenze influenti, innanzitutto a Stati Uniti e Russia. I negoziati sono basati su un piano delle Nazioni Unite, reso vincolante da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza. De Mistura ha programmato nei prossimi mesi tre sessioni di trattative, al termine delle quali ritiene che le parti debbano accordarsi almeno su una road map. Il piano di pace dell’Onu per la Siria prevede entro sei mesi un nuovo governo inclusivo, composto da esponenti dell’opposizione e dell’attuale regime. Poi una nuova Costituzione e, entro diciotto mesi, elezioni libere, parlamentari e presidenziali. De Mistura ha smentito ancora l’esistenza di un "piano B" per la Siria e ha affermato che questo consisterebbe nella continuazione della guerra civile nel Paese.

L’inviato Onu, De Mistura, precisa che le Nazioni Unite sono i mediatori e che i veri "operatori di pace" sono il Gruppo internazionale di sostegno sulla Siria (Isgg), i membri del Consiglio di sicurezza e, aggiunge, si spera le parti siriane. Nell’intervista di Fausta Speranza la valutazione di Daniele De Luca, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università del Salento:

R. –  Il fatto che siano seduti intorno ad un tavolo è un fatto positivo. Quello che non è ancora chiaro è come si comporteranno le parti che si trovano davanti. Mi spiego meglio: ci troviamo, per esempio, con una posizione statunitense fortemente contraria al governo di Assad, ma allo stesso tavolo si trova il governo di Assad, oltre alle altre formazioni politiche. La questione non è secondaria: il governo legittimo al momento, il governo legittimo di Assad, sa che la controparte non lo vuole a quel tavolo e che aspira alla sua caduta, con l'appoggio degli Usa. Questo naturalmente crea dei seri problemi di conversazione tra le parti.

D. – Che dire del ruolo che continuano a giocare, nella partita più generale, altri attori? Penso subito alla Russia…

R. – Il ruolo della Russia è assolutamente fondamentale. Non dobbiamo dimenticare che questo cessate-il-fuoco, a quanto ha detto il segretario Kerry, ha portato a una riduzione del conflitto tra l’80 e il 90% e questo cessate-il-fuoco è stato voluto, è stato determinato soprattutto dall’intervento diretto della Russia sul terreno. A questo punto, gli Stati Uniti hanno ben accettato il cessate-il-fuoco ma, ripeto, è stato soprattutto grazie al ruolo giocato dalla Russia.

D. – Poi, c’è il discorso del terrorismo curdo e delle scelte di Ankara: abbiamo visto anche l'attentato in queste ore in Turchia…

R. – Sì, la questione del terrorismo curdo è abbastanza preoccupante, perché per un discreto periodo la Turchia e le grandi città turche non erano state toccate. Però, con gli interventi militari che la Turchia ha sviluppato contro le postazioni curde – con la scusa del terrorismo internazionale, ma fondamentale per colpire le postazioni curde – ha portato a una recrudescenza del terrorismo curdo in Turchia. L’episodio dei 37 morti di queste ore è assolutamente illuminante sul nuovo ruolo delle postazioni curde, su come il movimento curdo si stia organizzando. Quindi, credo che ci dovremo attendere una risposta, una forte risposta curda, per tamponare questa avanzata del terrorismo curdo.

D. – Oggi, il rapporto abbastanza dettagliato sulle armi chimiche. Ma che altro ancora non sappiamo di questa guerra?

R. – Non sappiamo molto. Ma anche sull’utilizzo delle armi chimiche. Sappiamo che l’Is è riuscita sicuramente a raccoglierne dai magazzini sia in Siria che in Iraq e quindi negli Stati che al momento sono più sottoposti alla guerra civile. Quindi, molte delle postazioni militari sono cadute nelle mani dell’Is e l’Is non si fa alcun problema a utilizzare le armi chimiche e utilizza soprattutto le armi chimiche nel suo progetto di guerra civile all’interno dell’Islam. Non dimentichiamo che è di un paio di giorni fa la notizia dell’attacco di alcune località intorno alla città di Kirkuk: ci troviamo in area sciita e quindi praticamente l’Is colpisce e tenta di risolvere la questione della guerra civile all’interno dell’Islam contro gli sciiti anche utilizzando armi profondamente e particolarmente sporche come sono le armi chimiche.








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