2016-03-14 11:44:00

Calais, gli immigrati della "giungla" visti da una fotografa


Sono spesso giovanissimi i ragazzi migranti che si trovano a Calais, non si rassegnano sperano di trovare un futuro migliore. La loro vita quotidiana è fatta anche di sorrisi, anche se in situazioni drammatiche. La fotografa Ludovica Anzaldi, è andata proprio a Calais e al microfono di Maria Cristina Montagnaro descrive ciò che ha visto:

R. – Questa situazione è critica, anche perché Calais è uno dei posti più freddi in Francia. Sono riusciti a costruire una “cittadella”, dove i bambini vanno a scuola, vanno al corso di teatro organizzato dai volontari... Gli adulti, chi cucina, chi ha aperto una specie di negozietto e tutti aspettano lì di riuscire a passare in Inghilterra. Io ho cercato di fare un lavoro non troppo drammatico, di vedere la parte umana di queste persone, quindi la loro simpatia, la loro voglia di vivere, la loro voglia di trovarsi un lavoro… Qui hanno tutti studiato: parlano tutti almeno due lingue…

D. – Ci può descrivere visivamente le foto che ha scattato?

R. – C’è una foto con un bambino sulla bici che guarda indietro: gli avevamo appena rimesso la catena nella bici e quindi era felicissimo, in mezzo a chili e chili di fango, sempre… Ragazzi con cui ho preso svariati tè e caffè nelle loro casette nella “giungla”… Ti raccontano tutti le loro storie. Le persone che ho conosciuto lì sono diventate amici miei… L’importante è andare lì, far vedere loro che non li abbiamo dimenticati, che non sono stati dimenticati, e questo fa loro comprendere che non sono stati abbandonati a loro stessi. E poi, secondo me, per ritrovare noi un minimo di umanità.

D. – Qual è la vita di queste persone?

R. – Ci sono questi bravissimi volontari inglesi che hanno costruito un teatro e quindi fanno fare loro attività, dallo sport all’improvvisazione, la musica… C’è la scuola che è aperta a tutti, adulti e bambini, poi c’è chi cucina, chi si è fatto un piccolo ristorantino… Giocano molto a palla a volo…

D. – Che età hanno?

R. – Hanno tutti intorno ai 23 anni, ma sono anche più piccoli.

D. – Sono riprese le operazioni di sgombro della tendopoli di Calais, la cosiddetta “giungla dei migranti”, nel Nord della Francia. Che cosa è cambiato negli occhi dei migranti che ha fotografato?

R. – C’è molta più tensione, loro sono molto meno speranzosi, c’è molta più tristezza.








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