2016-03-13 10:30:00

Marche: 4 mostre per celebrare il Giubileo con la bellezza dell'arte


E' stata inaugurata ad Ascoli Piceno la prima di quattro mostre organizzate nelle Marche per celebrare il Giubileo della Misericordia. Anche Osimo, Loreto e Senigallia ospiteranno questi eventi espositivi che si protrarranno fino al gennaio del 2017. Maria Laura Serpico ha chiesto a Stefano Papetti, curatore della rassegna allestita ad Ascoli e direttore della locale Pinacoteca Civica, come si articola questa iniziativa:

R. – La regione Marche, insieme alla Fondazione Giovanni Paolo II e alla Fondazione Cavallini Sgarbi, ha inteso celebrare quest'Anno giubilare attraverso l’organizzazione di quattro grandi mostre, distribuite in vari luoghi della regione, e - anche dal punto di vista cronologico - divise tra l’autunno e la primavera. Per quanto riguarda le prime due mostre, la prima a partire dal 12 marzo ad Ascoli, in Pinacoteca, è dedicata a Francesco nell’arte da Cimabue a Caravaggio; e la seconda dal 18 dello stesso mese ad Osimo, in Palazzo Campana, dove per la prima volta sarà possibile vedere 130 opere appartenenti alla cospicua raccolta di dipinti e sculture che Vittorio Sgarbi con i suoi familiari hanno messo insieme nell’arco di questi anni.

D. – Perché le Marche hanno avuto il desiderio di onorare in questo modo il Giubileo?

R. – Nessun'altra regione d'Italia ha messo in campo tanto attivismo, tanto investimento per iniziative di questo genere. E questo anzitutto perché le Marche, con il Santuario di Loreto, sono una meta di pellegrinaggio internazionale e quindi una vocazione a valorizzare i luoghi sacri - e non soltanto il Santuario di Loreto, ma molti altri luoghi della fede - che caratterizzano la nostra regione. Questo naturalmente si esterna attraverso la bellezza, attraverso la consapevolezza che - grazie alla committenza religiosa - grandissimi artisti marchigiani e non, hanno lasciato nella nostra regione capolavori straordinari. Questa è l’occasione per vederli, per ammirarli, concentrati in luoghi di grande fascino, anche dal punto di vista storico, artistico e architettonico.

Il vescovo della diocesi di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D’Ercole, spiega perché la prima rassegna è stata dedicata all’iconografia di San Francesco:

R. – Per noi ha un significato particolare, perché il 2015 ha segnato l’ottavo centenario del passaggio di San Francesco in Ascoli Piceno. Narrano le cronache che San Francesco - quando venne qui - conquistò tutta la popolazione e lo seguirono addirittura 30 giovani. In ricordo del passaggio di San Francesco ci sono state varie iniziative e tra queste possiamo iscrivere anche questa mostra, che vuole ricordare non tanto il passaggio di San Francesco qui ad Ascoli, ma piuttosto le rappresentazioni francescane, il francescanesimo dell’arte.

D. – Che tipo di rapporto sussiste tra l’arte e l’evento giubilare?

R. – L’arte ha una grande importanza, perché questo è un Giubileo che parla della misericordia di Dio e quindi riuscire a rappresentare, attraverso opere artistiche, il tema della misericordia, mi pare che sia molto importante. D’altra parte, l’arte è una delle espressioni che – a mio modo di vedere – più toccano il cuore. Quando si parla di arte ovviamente si intendono tutte le arti insieme e la capacità dell’uomo di esprimere qualcosa di più profondo e di raggiungere il cuore degli altri attraverso, appunto, l’arte; e che oggi andrebbe molto rivalorizzata ed anche sottolineata dal punto di vista religioso. Io colgo anche qui, come davanti ad alcune opere d’arte, ad alcune sculture ed architetture, ci sia una profonda commozione che nasce nel cuore della gente. 

Il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo della diocesi di Ancona-Osimo, sottolinea come il Giubileo abbia dato vita a un nuovo impulso di sensibilizzazione nei confronti della cultura:

R. – Credo che questo Giubileo, oltre naturalmente ai significati classici, storici e antichi che il Santo Padre ha richiamato - e quindi il rapporto con la misericordia di Dio e il rapporto con la misericordia che noi dobbiamo esercitare tra fratelli - abbia anche questa apertura, questa specie di invito a saper godere delle cose belle e a farle diventare un nutrimento, anzi direi addirittura una medicina per le nostre durezze del cuore e per le nostre durezze interiori.

D. – Qual è il nesso tra bellezza e misericordia?

R. – La misericordia fondamentalmente è l’amore: un amore donato, un amore sperimentato, un amore vissuto. Credo che il nesso sia più che evidente. Per questo capiamo le due parole: capiamo cos’è la misericordia, che è amore donato; e capiamo la bellezza, che non è solo una visione estetica delle cose. Per me, penso che questo pensiero possa essere condiviso: il massimo della bellezza del Vangelo è sul calvario, laddove l’immagine umana è – come dire – non proprio splendente, ma lì è il massimo della bellezza, perché lì c’è il massimo dell’amore. Allora l’arte può aiutare contemplando, nel caso specifico il volto del Crocifisso; e può aiutare a fare un passo e a dire: “Entro in questa contemplazione della bellezza di amore e cerco di introdurla nella mia vita e cerco di viverla".








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