Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Francesco ha ricevuto in udienza il primo ministro della Repubblica Democratica di Timor Est, Rui Maria Araújo, il quale ha successivamente incontrato il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, accompagnato dal sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Antoine Camilleri. Nei cordiali colloqui, informa la Sala Stampa vaticana, sono stati evocati i buoni rapporti tra la Santa Sede e Timor Est “come pure il contributo storico della Chiesa all’edificazione della Nazione e la collaborazione esistente con le Autorità civili in vari ambiti sociali, quali l’educazione, la sanità e la lotta alla povertà”.
Scambio strumenti di ratifica dell'Accordo tra Santa Sede e Timor Est
Al termine dell’incontro con il segretario di Stato ha avuto luogo, nella Sala dei
Trattati del Palazzo Apostolico Vaticano, lo scambio degli strumenti di ratifica dell’Accordo
tra la Santa Sede e la Repubblica Democratica di Timor Est, firmato a Díli il 14 agosto
2015. L’Accordo, composto da un Preambolo e 26 articoli, sancisce il riconoscimento
della personalità giuridica della Chiesa e delle sue Istituzioni e garantisce alla
Chiesa la libertà di svolgere la propria missione in favore della popolazione timorese.
Card. Parolin: accordo per il bene del popolo di Timor Est
Nel corso della cerimonia, il cardinale Parolin ha sottolineato che l’accordo “è frutto
di anni di negoziato, sostenuto da un comune spirito di dialogo, di collaborazione
e di costante ricerca degli strumenti giuridici più idonei a sancire il riconoscimento
da parte dello Stato del servizio che la Chiesa cattolica svolge in favore del popolo
timorese”. Tale impegno, ha detto il porporato, “riguarda l’ambito spirituale, così
come quello dell’educazione, della solidarietà, dell’assistenza ai più deboli e di
molte altre attività che contribuiscono positivamente alla crescita integrale del
vostro amato popolo”.
Chiesa non cerca privilegi ma offre contributo a progresso della società
“Grazie allo strumento giuridico dell’Accordo – ha spiegato il cardinale Parolin –
la comunità cattolica potrà prodigarsi con sempre maggiore sollecitudine in favore
del bene di tutti”. In tale cornice, ha aggiunto, conviene notare che “la Chiesa non
ricerca privilegi particolari ma desidera offrire un contributo libero e creativo
per l’edificazione di una società sempre più armoniosa, animata dalla giustizia e
dalla pace”. Naturalmente, ha concluso, “la missione ecclesiale potrà essere ancora
più fruttuosa e incisiva, se i principi contenuti in questo Accordo troveranno da
ambo le Parti piena accoglienza e applicazione”. (A.G.)
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