Il dramma delle persecuzioni religiose, la necessità di tutelare la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, il richiamo a promuovere il dialogo interreligioso e la pace: questi i temi principali emersi dalla seconda Assemblea plenaria della Recowa, la Conferenza episcopale regionale dell’Africa occidentale, riunitasi ad Accra, in Ghana, dal 22 al 29 febbraio. Due, in particolare, i documenti diffusi dai vescovi al termine dei lavori: le Proposizioni finali e un Messaggio pastorale.
Democrazia, chiave dell’integrazione tra i popoli
Dal primo testo, suddiviso in dieci punti programmatici, emerge in particolare il
bisogno di promuovere, tra la popolazione, il principio della democrazia “ed i suoi
ideali di giustizia e sviluppo”. “Dobbiamo continuare ad incoraggiare i nostri leader
politici – affermano le Proposizioni – a vivere il potere in modo libero ed equo,
così da diffondere la cultura della tolleranza e del rispetto per lo Stato di diritto”.
“La democrazia – continua il documento – è la chiave dell’integrazione tra i popoli”,
“lo strumento per costruire ponti in grado di raggiungere la pace e la giustizia”.
Di qui, l’appello ai politici affinché “imparino a rispettare la volontà popolare”,
invece di “ostentare stili di vita che allontanano le persone”.
Estremismo religioso, cancro che distrugge le comunità
Altro tema scottante analizzato dai vescovi africani è quello del crescente estremismo
religioso, in particolare quello perpetrato da Boko Haram: si tratta di “un terribile
cancro che ha distrutto le nostre comunità”, spiegano i presuli, esortando i governi
a “garantire il ritorno della pace tra la popolazione”. Da questa proposizione ne
scaturisce poi un’altra dedicata alla “inevitabilità del dialogo interreligioso”:
“Il dialogo è diventato imperativo – scrive infatti la Recowa – per fare in modo che
la religione sia sempre uno strumento di pace e non di guerra”. In quest’ottica, la
Chiesa dell’Africa occidentale ricorda il proprio ruolo ed il proprio impegno nella
promozione della riconciliazione.
Giovani siano agenti di pace e di riconciliazione
Due ulteriori proposizioni vengono dedicate, quindi, alla famiglia ed ai giovani:
nel primo caso si sottolinea che “la famiglia è scuola di pace” e che “la sua armonia
è strumento di speranza per la riconciliazione della società e delle nazioni”. Per
i giovani, invece, che rappresentano “il 65%” della regione occidentale africana,
i vescovi chiedono un maggior impegno da parte delle istituzioni affinché possano
sviluppare ciascuno il proprio talento, diventando così “agenti di pace e di riconciliazione”,
lontani da “crimine, violenza e tossicodipendenza”. Le proposizioni si concludono
con un richiamo all’Anno Santo della misericordia.
Diventare missionari della misericordia di Dio
Di più ampio respiro pastorale è, invece, il Messaggio conclusivo della Plenaria della
Recowa, che si apre con una lunga riflessione sulla nuova evangelizzazione. In particolare,
i presuli sottolineano che “la nuova evangelizzazione si pone l’obiettivo di intraprendere
una trasformazione culturale” della società, il che implica che tutti i battezzati
debbano essere “non solo evangelizzati, ma anche evangelizzatori”, vivendo “una vita
di autentica conversione e di servizio all’umanità” in tutti gli ambiti: famiglia,
società civile, politica. Per questo, la Recowa evidenzia l’importanza che tutti i
fedeli diventino “missionari della misericordia di Dio” e “ambasciatori di pace in
ogni parte della regione, andando oltre le tensioni, le crisi, i conflitti e le guerre”.
Solidarietà ai cristiani perseguitati
A tale proposito, il messaggio non dimentica il dramma delle persecuzioni religiose:
“Ribadiamo la nostra solidarietà con i fratelli cristiani vittime di varie forme di
persecuzione religiosa sia in Africa che in altre parti del mondo. Preghiamo per loro
e chiediamo che venga garantito il rispetto di tutti i diritti fondamentali”, incluso
quello alla libertà di religione. Al contempo, la Chiesa africana riafferma il proprio
impegno nel dialogo tra le fedi, “per una pacifica coesistenza con i fratelli e le
sorelle di altre tradizioni religiose”. Centrale, poi, l’esortazione a tutelare il
matrimonio tra uomo e donna e la famiglia, “nucleo fondamentale dell’umanità”, poiché
là dove non è garantito il suo “sviluppo pacifico – mettono in guardia i vescovi –la
società è condannata all’instabilità socio-politica, culturale e morale”.
Sostenere e tutelare matrimonio tra uomo e donna e famiglia
“Sosteniamo e difendiamo che il matrimonio è un dono di Dio creato per l’uomo e la
donna – si legge ancora nel messaggio – che la vita umana è sacra in tutte le sue
fasi e che va rispettata, sostenuta, protetta e difesa dal concepimento e fino alla
morte naturale”. “Difendiamo la cultura della vita – incalzano i presuli – e siamo
pronti a ribadirlo pubblicamente, contro la dilagante cultura della morte”. Infine,
nell’ultimo paragrafo del messaggio, la Recowa sottolinea la necessità di una migliore
“formazione alla fede per i membri della Chiesa e per tutti gli agenti pastorali”,
esortando i cattolici ad assumersi le proprie responsabilità in ambito sociale, culturale
e politico, sempre “nello spirito di Cristo che è venuto per servire, non per essere
servito”.
120 partecipanti provenienti da 16 Paesi
Dedicata al tema “La Nuova evangelizzazione e le sfide specifiche della Chiesa, famiglia
di Dio in Africa occidentale: riconciliazione, sviluppo e famiglia”, la seconda Plenaria
della Recowa ha visto la presenza di circa 120 cardinali, arcivescovi, vescovi e
rappresentanti di varie istituzioni ecclesiali di 16 Paesi: Benin, Nigeria, Burkina
Faso, Togo, Costa d’Avorio, Guinea, Gambia, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, Guinea
Bissau, Capo Verde, Senegal e Sierra Leone. (A cura di Isabella Piro)
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