2016-03-01 14:30:00

Vescovi africani: giovani non perdete la speranza


Insicurezza, terrorismo, persecuzioni dei cristiani, fenomeni migratori, corruzione e malgoverno, manipolazione delle Costituzioni da parte di leader politici per conservare il potere; mancanza di rispetto della libertà religiosa. Sono queste le preoccupazioni espresse dai vescovi dell’Africa occidentale al termine della 2.a Assemblea plenaria della Conferenza episcopale regionale dell’Africa occidentale (Recowa-Cerao) che si è conclusa ieri ad Accra, in Ghana.

I vescovi hanno analizzato tutti i mali dell'Africa occidentale
Nel comunicato finale, ripreso dall’agenzia Fides, si denunciano: “la crescente insicurezza, in particolare gli attacchi terroristici, che hanno colpito alcuni dei nostri Paesi: Nigeria, Mali, Burkina Faso, Camerun e Ciad”; “Le persecuzioni contro i cristiani” e “il non rispetto della libertà religiosa e l’imposizione da parte dello Stato di una religione a tutti i cittadini”; “i fenomeni migratori che portano un numero importante di giovani africani verso orizzonti incerti, spesso a rischio della loro vita”; “il malgoverno, la corruzione, le ingiustizie sociali e i loro corollari”.

I rischi per la famiglia, il dialogo interreligioso la disoccupazione e la povertà
Tra le sfide sul piano pastorale, i vescovi di lingua inglese, francese e portoghese dell’Africa occidentale, hanno indicato: “la famiglia colpita da sconvolgimenti di ogni natura, in particolare l’unione omosessuale, la legalizzazione forzata dell’aborto”; “il dialogo interreligioso, la formazione dei fedeli cristiani”; “il sincretismo religioso e la defezione dei fedeli verso nuovi gruppi e movimenti religiosi; “lo sfruttamento commerciale della religione”; “la disoccupazione giovanile e il depauperamento delle popolazioni”.

I vescovi esortiamo i fedeli cattolici a perseverare nella fede
​“Di fronte a queste sfide - affermano i vescovi - esortiamo i fedeli cattolici a perseverare nella fede”. Esortano poi i politici a “promuovere il buon governo e l’equità nella gestione del bene comune” e i giovani a “non perdere la speranza, ma a credere nella possibilità di realizzare la propria vita e il proprio benessere sul continente africano”. (L.M.)








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