2016-02-29 12:29:00

Migranti: 152mila bimbi siriani nati in Turchia da 2011


Doppio fronte  immigrazione. Tensione nella cosiddetta 'Giungla' a Calais, in Francia, mentre centinaia di migranti, tra cui molte donne e bambini, hanno varcato il confine tra Grecia e Macedonia. Il servizio di Fausta Speranza

Nella città francese di Calais,  la polizia risponde con i lacrimogeni al lancio di pietre da parte di "alcuni migranti" e soprattutto cosiddetti "attivisti no-border", che si oppongono all'avvio delle operazioni di sgombero. Tre baracche di fortuna incendiate: densa la coltre di fumo. Ma c’è poi l’altro fronte aperto: con gli oltre 20 mila immigrati bloccati in territorio greco. Limite agli ingressi da Slovenia, Croazia, Serbia e Macedonia. In Austria, ogni giorno non più di ottanta richiedenti asilo. Secondo Atene, il prossimo mese il numero di migranti nell’impossibilità di lasciare la Grecia aumenterà superando quota 70 mila. Torna a intervenire la cancelliera tedesca, Angela Merkel: “Il tetto limite dei profughi non è la soluzione – spiega - l’importante è tenere insieme l'Europa e mostrare umanità”. E si fa sentire anche Ankara: il ministero dell’Interno fa sapere che sono quasi 152mila i bimbi siriani nati in territorio turco dall'inizio della crisi, nel 2011. La Turchia – ricorda - ospita quasi tre milioni di rifugiati siriani, piu' di qualsiasi altro vicino della Siria". 

E’ arrivato stamani in Italia, all’aeroporto romano di Fiumicino, il primo cospicuo gruppo di profughi siriani grazie al progetto dei “corridoi umanitari” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Federazione delle Chiese Evangeliche e dalla Tavola Valdese. E’ una iniziativa ecumenica per consentire a profughi e rifugiati di lasciare terre martoriate da conflitti, evitando pericolosi e drammatici viaggi della disperazione. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo:

R. – Vorrei sottolineare questo valore ecumenico. Ringrazio ancora le comunità protestanti in Italia per il grande contributo che stanno dando alla realizzazione di questo progetto. È un progetto della misericordia: nell’Anno Santo oggi apriamo una sorta di Porta Santa qui in Italia, a Roma, per accogliere tante persone che altrimenti si sarebbero imbarcate nei viaggi della morte. Noi siamo molto felici che queste persone siano arrivate in tutta sicurezza in Italia e soprattutto che siano accolte e integrate dai cittadini del nostro Paese che sono molto felici di compiere un atto di solidarietà.

D. – Oggi, con questo primo corridoio umanitario sono arrivate 24 famiglie: 93 persone in tutto, tra cui 41 minori, che hanno ottenuto un visto umanitario. Ognuna delle storie di queste famiglie è segnata da sofferenza, da dolore, ma ora anche da speranza. E non è solo accoglienza. C’è un progetto integrale che li attende...

R. – Sì, perché la nostra idea è che queste persone debbano integrarsi e non debbano certo rimanere ai margini della società. Quindi, immediatamente frequenteranno le scuole gratuite di lingua e cultura italiana e poi, pian piano, dei corsi di formazione e di avviamento al lavoro. I bambini saranno iscritti a scuola. E poi dopo, quando otterranno il permesso di soggiorno, decideranno se il loro futuro sarà in Italia o da qualche altra parte in Europa. O con la pace – speriamo – potranno tornare anche in Siria.

D. – Prosegue intanto il dramma di decine di migliaia di migranti bloccati in Grecia in attesa di varcare il confine. Sono necessarie, come ha chiesto il Papa, risposte urgenti…

R. – Non dobbiamo mai dimenticare che ognuna di queste persone porta con sé una storia di sofferenza, di umiliazioni – perché la guerra è una grande umiliazione dell’uomo e della donna – e soprattutto non dobbiamo mai dimenticare quanti minori, quanti bambini, sono tra loro. La voce del Papa è la voce dei poveri, degli ultimi, e le istituzioni hanno il dovere morale di ascoltarla.








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