2016-02-29 14:31:00

Becciu: attenzione a chi non ha mezzi tecnologici, sfida media vaticani


La Radio Vaticana “non è una radio grande e potente, secondo i criteri del mondo, ma è importante agli occhi di Dio e di tanti fedeli”, perché “guarda le cose” secondo l’ottica del Papa. Così l’arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, intervenendo presso la nostra emittente alla cerimonia di saluto di padre Federico Lombardi e Alberto Gasbarri, rispettivamente direttore generale e direttore amministrativo uscenti di Radio Vaticana.

In un momento di trasformazione come l’attuale, “per la Radio Vaticana - ha aggiunto mons. Becciu - si prospettano nuove speranze e nuovi compiti; il fine specifico resterà però lo stesso: l’evangelizzazione, attraverso la diffusione radiofonica del messaggio cristiano”. Perché la missione specifica dell’emittente pontificia è quella “di guardare il mondo dal punto di vista della Santa Sede, proponendo una lettura della realtà alla luce delle parole del Papa sui grandi temi e le grandi questioni che affliggono l’umanità: la pace, la guerra, la povertà, la giustizia, l’ambiente, l’allontanamento da Dio e la necessità della fede e del Vangelo”.

Il sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato ha quindi voluto ricordare come padre Lombardi e il dottor Gasbarri abbiano “donato una parte consistente della loro vita al servizio di questo importante strumento di comunicazione”, per l’annuncio evangelico, la difesa dei popoli e dei diritti umani. A proposito dei colloqui e degli incontri avuti negli anni, il presule ha voluto raccontare come padre Lombardi “amava” e “difendeva” la comunità della Radio Vaticana nei suoi diritti e nelle sue esigenze, “con tutto il cuore, anche con parole particolari, speciali”: vedevo, ha proseguito rivolgendosi ai dipendenti, “che vi era tutto l’amore per voi”.

In questi 25 anni di guida di padre Federico Lombardi, ha osservato mons. Becciu, la Radio Vaticana, “accanto ai necessari ampiamenti tecnologici”, ha mantenuto e sviluppato la linea secondo cui “chiunque la ascoltasse, dovunque nel mondo, potesse trovare la prospettiva del Papa e della Sede Apostolica in ogni Paese, in ogni Regione, anche la più lontana”. Essa è quindi “un mezzo di comunicazione sociale come gli altri” ma “diverso da tutti gli altri”: è “singolare, sui generis”. L’attenzione particolare “agli ultimi, alle persone meno attrezzate tecnologicamente, agli oppressi” è stata un elemento “qualificante della direzione di padre Lombardi e costituisce una sfida da tener presente nel discernimento sull’evoluzione della comunicazione vaticana”.








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