La promozione del processo di pace e la difesa della vita sin dal concepimento: questi i principali temi trattati dalla Conferenza episcopale della Colombia (Cec) nel corso della sua 100.ma Assemblea plenaria, svoltasi dal 15 al 19 febbraio. Nel comunicato finale diffuso al termine dei lavori, i presuli ribadiscono, innanzitutto, il loro impegno a “lavorare per la pace, che è un dono di Dio” e sottolineano che “i delitti di lesa umanità non possono essere soggetti ad amnistia, né ad impunità”.
Attesa per l’accordo di pace tra governo e Farc
Nei mesi scorsi, infatti, è stato raggiunto uno storico accordo tra il governo del
Presidente Juan Manuel Santos e la guerriglia delle Forze Armate Rivoluzionarie della
Colombia (Farc). Secondo quanto annunciato, il prossimo 23 marzo le parti in causa
firmeranno la fine del conflitto armato interno iniziato nel 1964 e costato la vita
ad almeno 220 mila persone. La firma della pace sarà possibile grazie all’accordo
raggiunto su due punti determinanti: la forma di giustizia da applicare ai crimini
di guerra, e la trasformazione delle Farc in un movimento politico. In materia di
giustizia, in particolare, si procederà ad un’amnistia per i delitti politici. I crimini
di guerra che contemplino delitti di lesa umanità, invece, saranno di competenza di
un tribunale speciale, composto da magistrati sia nazionali che internazionali.
Non costringere le donne ad abortire a causa del virus Zika
La nota episcopale si sofferma, poi, sul tema della vita ed esprime “vicinanza a tutti
i medici cattolici che incontrano difficoltà con le autorità per il fatto di non accettare
di praticare aborto ed eutanasia”, in quanto tali pratiche “contraddicono le loro
coscienze ed i principi dell’etica medica”. In quest’ambito, i presuli si dicono preoccupati
per tutte le persone colpite dal virus Zika, in particolare per “le donne incinte
che si sentono costrette ad abortire” perché, secondo alcuni studi, tale virus può
provocare malformazioni al feto. Al contrario, la Chiesa chiede alle strutture sanitarie
nazionali di “prendersi cura della salute sia delle madri che dei figli”.
Tutelare famiglia e matrimonio tra uomo e donna
Altra questione scottante esaminata dai vescovi di Bogotà è la difesa del matrimonio
tradizionale, “una realtà – si legge nella nota – che oggi si vuole deformare per
introdurre, con lo stesso nome, altre forme sociali che la Chiesa rispetta, ma che
non sono l’unione tra un uomo ed una donna e che, quindi, vanno distinte da una diversa
denominazione”. Sulla stessa linea anche l’appello a tutelare la famiglia, “cellula
fondamentale della società, scuola di virtù e di promozione della vita”. Non solo:
i presuli colombiani si dicono d’accordo nel “non discriminare le persone omosessuali”,
ma chiedono, al contempo, che venga rispettato “il diritto della Chiesa alla libertà
di insegnare il Vangelo nei suoi centri educativi”.
No alla corruzione, ricostruire il Paese con onestà e riconciliazione
Di qui, la critica che viene espressa alla proposta di “introdurre, sia nella fase
pre-scolare che nella scuola primaria, l’educazione sessuale, invalidando il diritto
delle famiglie di accostare a tale realtà i propri figli con tatto e rispetto, in
modo appropriato alla loro età”. La Cec non dimentica, inoltre, la piaga della corruzione
che – scrive – “può portare il Paese al disastro”. Per questo, viene richiamato il
principio dell’etica, da “prendere in seria considerazione se si vuole ricostruire
una nuova Colombia”, basata “su fondamenta come l’onestà, il perdono, riconciliazione,
la cultura della vita e dei diritti umani”.
Promuovere sviluppo agrario integrale
In campo sociale, poi, i presuli di Bogotà auspicano “una politica di sviluppo agrario
integrale”, poiché “la Colombia ha un importante potenziale produttivo”; allo stesso
modo, si guarda allo sviluppo minerario, bensì esso rappresenti “un’arma a doppio
taglio”, non solo per le operazioni illegali che si verificano in quest’ambito, ma
anche per “gli elevati costi sociali ed ambientali” che esso comporta e che “possono
mettere a rischio le future generazioni”.
Attesa per una futura visita del Papa
Infine, guardando ad un futura visita di Papa Francesco nel Paese, i presuli si impegnano
a prepararla fin da ora. Il 12 febbraio scorso, infatti, parlando con i giornalisti
sul volo che lo portava a Cuba per il suo 12.mo viaggio apostolico internazionale,
il Pontefice ha espresso l’intenzione di visitare la Colombia nel 2017. (A
cura di Isabella Piro)
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