“Eutanasia e suicidio assistito sono totalmente inaccettabili”: è quanto scrive, in una nota, mons. Douglas Crosby, presidente della Conferenza episcopale del Canada. La dichiarazione del presule arriva dopo che, il 25 febbraio, il “Comitato speciale del governo canadese sull’aiuto medico a morire” ha pubblicato un rapporto intitolato “L’aiuto medico a morire: un approccio incentrato sul paziente”.
A rischio i malati psichiatrici e gli adolescenti
In tale rapporto governativo, spiega mons. Crosby, si raccomanda che “il suicidio
assistito sia accessibile alle persone affette da patologie psichiatriche; che le
sofferenze psicologiche rientrino tra i criteri che danno diritto a tale pratica;
che, nell’arco di tre anni, il suicidio assistito sia accessibile agli adolescenti
e forse anche ai bambini, i quali potrebbero essere ritenuti ‘persone minori mature’;
che tutti i professionisti del settore sanitario siano obbligati ad orientare correttamente
i pazienti che chiedono il suicidio assistito; che tutte le strutture sanitarie sovvenzionate
dallo Stato canadese offrano tale pratica”.
Il suicidio non è una cura medica
Tuttavia, ribadisce il presidente dei vescovi di Ottawa, “il rapporto non indica come
le cure palliative e domiciliari possano offrire delle vere opzioni alle persone tentate
dal suicidio assistito, né chiede un piano nazionale per prevenire il suicidio” che
nel Paese colpisce i giovani autoctoni. Di qui, il richiamo del presule “alla posizione
della Chiesa cattolica, che è chiara: il suicidio non è una cura medica”; pertanto,
“uccidere le persone affette da patologie psichiche o mentali, giovani o anziane che
siano, è contrario alla sollecitudine ed all’amore dovuti ai nostri fratelli e sorelle”.
Tutelare vita umana e libertà di coscienza
Al contrario, continua la nota di mons. Crosby, “la dignità della persona e lo sviluppo
della comunità esigono, da un lato, la tutela ed il rispetto di ogni vita umana, dal
concepimento fino alla morte naturale; dall’altro, la libertà di coscienza e di religione
per ogni persona e per ogni struttura”. Infatti “il benessere sociale, la sicurezza
personale ed il bene comune – ricorda il presule - accompagnate dalla fede religiosa,
implicano la tutela, e non la minaccia, della vita di coloro che soffrono”.
Non cedere alla ‘società dello scarto’, ma mostrare misericordia di Dio
Dura, quindi, la condanna del Rapporto diffuso dal Comitato governativo, le cui raccomandazioni
“non sono affatto incentrate sul paziente – spiega mons. Crosby – né sostengono o
aiutano in alcun modo i moribondi e le persone vulnerabili”. Al contrario, esse “hanno
l’approccio di una ‘società dello scarto’, come dice Papa Francesco, e non mostrano
affatto il volto della misericordia di Dio”. La Chiesa cattolica canadese, dunque,
insieme ai rappresentanti “ortodossi, protestanti, ebrei musulmani, ed insieme anche
ai non credenti, ribadisce che l’eutanasia, il suicidio assistito e le indicazioni
fornite nel Rapporto sono completamente inaccettabili”. (A cura di Isabella
Piro)
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