2016-02-26 14:42:00

G20 a Shanghai. Allarme Ocse: rallentano economie avanzate


Si apre il G20 finanziario a Shanghai, in Cina, che sul tavolo vede i timori dell’Ocse che segnala un preoccupante rallentamento delle economie avanzate e di quelle emergenti che coinciderebbero con uno stallo delle riforme, la cui urgenza sottolinea anche il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Lagarde. Riforme che, tuttavia, dovrebbero essere stimolate anche nella vasta fetta del Sud del mondo, per ora assente dall’agenda del G20, come sottolinea al microfono di Paola Simonetti, l'esperto di economia internazionale, Riccardo Moro:

R. – Quello di cui stiamo parlando, quando parliamo di G20, è una parte del problema e mi si permetta di dire che è una parte molto piccola. A settembre, le Nazioni Unite hanno lanciato l’Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibili, che sono incentrati sulla riduzione delle disuguaglianze nel pianeta. Quando parliamo del G20 parliamo di una parte irrilevante del Prodotto Interno Lordo mondiale e parliamo di una minoranza della popolazione mondiale: stiamo parlando di una élite, che è sempre meno élite nel momento in cui è inclusa la Cina, che ha una popolazione evidentemente molto grande; ma non teniamo conto di quelle che sono le esigenze, significativamente diverse, delle parte rilevante del Pianeta che sta nell’emisfero Sud, in cui livelli di benesseri come quelli che sono comuni a Paesi membri del G20 sono ancora estremamente lontani.

D. – Sul tavolo del G20 si dovranno fare delle proposte concrete, urgenti, a lungo termine. Secondo lei, quali sono i Paesi che avranno più bisogno - diciamo - di dimostrare di avere in programma qualche cosa di concreto?

R.- Quello che deve mostrare maggiore cambiamento è la Cina, perché la Cina è sicuramente la seconda economia del mondo, il motore delle dinamiche che abbiamo in questo momento, perché è quella che ha abituato il mondo ad avere trend di crescita molto elevati. Però la Cina ha una condizione particolare, perché tuttora il suo cambio è amministrato dall’autorità, il valore della moneta cinese non è determinato dal mercato.

D. – Per quanto riguarda, invece, l’Italia: le raccomandazioni sono soprattutto su fisco e lavoro, dal momento che - è evidente - la disoccupazione giovanile resti l’emergenza…

R. - Per l’Italia queste preoccupazioni sono sensate. Ci sono tre cose, in Italia, che destano preoccupazione: la prima, il grave stato dell’occupazione e in particolare della disoccupazione giovanile; la seconda, l’esposizione debitoria, che sicuramente comporta una riduzione degli strumenti fiscali a disposizione del governo; e, infine, il terzo elemento è quello della raccolta fiscale, che è tuttora influenzata e debilitata da una troppa forte evasione fiscale.








All the contents on this site are copyrighted ©.