I vescovi indonesiani si uniscono al coro di critiche mosse da diversi leader religiosi ed esponenti della società civile alla riforma dell’anticorruzione voluta dal Presidente Joko Widodo.
La riforma rischia di incoraggiare la corruzione già alta nel Paese
Tra le modifiche previste vi è la riduzione dei poteri della Commissione anticorruzione
(Kpk), il cui attuale responsabile ha annunciato le dimissioni se la riforma voluta
da Giakarta sarà approvata dal Parlamento. Negli ultimi anni, il Kpk ha, portato a
processo numerosi governatori provinciali ed esponenti governativi di primo piano,
compresi i ministri dello Sport, degli Affari religiosi e dell’Energia e delle risorse
del precedente Governo Yudhoyono. Nello specifico, a preoccupare i gruppi religiosi
e gli attivisti, guidati dalla Muhammadiyah (seconda organizzazione islamica nel Paese),
è la formazione di un “organo di supervisione” con il potere di veto su ogni procedimento
del Kpk, sulle intercettazioni e sui pedinamenti richiesti dagli agenti, che sottrarrebbe
importanti strumenti di indagine alla Commissione. A loro avviso il rischio è un aumento
del già alto livello di corruzione nel Paese, che figura all’88° posto (su 168) nella
classifica mondiale di Transparency International.
La Chiesa solidale con la Commissione anticorruzione
Un giudizio condiviso anche dai vescovi, che lo scorso agosto, in occasione del 70°
anniversario dell’indipendenza dell’Indonesia, erano tornati a denunciare la diffusa
piaga della corruzione, del nepotismo e dei conflitti di interesse dei leader politici.
Il piano annunciato dal Governo, spiega ad Asianews padre Edy Purwanto, segretario
esecutivo della Conferenza episcopale indonesiana (Kwi), “è manipolato da interessi
politici. Uno dei suoi scopi è quello di permettere ai politici coinvolti in casi
di appropriazione indebita, o collusi con uomini d’affari, di gonfiare i costi degli
appalti e degli acquisti pubblici, soprattutto per la realizzazione dei recenti progetti
infrastrutturali promossi dal Presidente Joko Widodo”. Il sacerdote ha quindi ha espresso
l’appoggio della Chiesa cattolica ai partiti, osservatori e alla società civile che
sostengono il Kpk contro i tentativi di modificare la legge. (L.Z.)
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