2016-02-24 14:00:00

Unioni Civili. Gandolfini: ddl ritorni in Commissione Giustizia


Ancora lontano l'accordo sulle unioni civili. Prosegue serrato in queste ore il confronto tra Pd e Ncd per la stesura del maxiemdamento su cui il governo sarebbe intenzionato a porre la fiducia. Il ministro della Salute Lorenzin commenta: "Lo stralcio della stepchild adoption non è sufficiente, si sta lavaorando per evitare quelle equiparazioni al matrimonio che noi riteniamo incostituzionali". Secca la risposta del sottosegretario alle Riforme Pizzetti: "Il maxiemendamento sulle unioni civili affronta il tema delle adozioni e non altri argomenti". I tempi saranno brevi garantisce Pizzetti: "Stasera dopo la fiducia al Milleproroghe saremo in Aula del Senato con il maxiemendamento. Mettiamo la fiducia e votiamo entro domani". Malumori nell'ala laica del Pd con Michela Marzano che minaccia di lasciare il partito se sarà stralciata dal testo l'adozione gay. Di tradimento parlano le associazioni Lgbt che per il prossimo 5 marzo in Piazza del Popolo a Roma hanno indetto una manifestazione di protesta. Da parte sua, il presidente del “Comitato Difendiamo i nostri figli” Massimo Gandolfini, ieri in conferenza stampa al Senato, ha detto che “lo stralcio della stepchild dal ddl Cirinnà è una parziale vittoria del Family Day”. “Ci si aspetta una vittoria più grande – ha aggiunto – e cioè la non equiparazione delle unioni civili al matrimonio e il ritorno del provvedimento in Commissione Giustizia”. Da Gandolfini inoltre un netto rifiuto alla  proposta di una riforma della legge sulle adozioni che apra alle coppie omosessuali. Paolo Ondarza lo ha intervistato:

R.- Noi innanzitutto vogliamo leggere il maxiemdamento per capirne i contenuti. Ribadiamo che noi siamo contrari ovviamente alla stepchild, ma anche all’articolo 2 e 3 del simil-matrimonio; più precisamente noi siamo contrari all’intero impianto di legge. Cioè noi intendiamo dire basandoci sull’articolo 3 della Costituzione che nessun cittadino italiano per condizioni personali e sociali debba essere discriminato; detto questo i diritti civili legati alla persona vanno assolutamente ribaditi e questi diritti civili, che sono prevalentemente diritti di mutuo soccorso, la persona può giocarseli all’interno di quello che personalmente e privatamente considera essere la propria unione affettiva sentimentale; ma far diventare un’unione affettiva tra due persone dello stesso sesso un istituto giuridico in qualche misura paragonabile al matrimonio e nella quale la Repubblica si riconosce, ci vede assolutamente contrari. Qualora si mettesse la fiducia su un simile provvedimento noi rimarremmo scandalizzati da un vero e proprio tradimento operato dai parlamentari cattolici.

D.- Il ricorso alla fiducia, lei ha detto, trasformerebbe il provvedimento da un’iniziativa parlamentare ad un patto di governo. Anche per questo continuate a chiedere il ritiro in toto del ddl Cirinnà?

R.- Sì. Questo disegno di legge si è dimostrato terribilmente divisivo all’interno delle forze politiche, spaventosamente divisivo tra il Paese reale e le forze politiche, e poi essendo una legge così delicata e così complessa che può davvero stravolgere l’antropologia sociale italiana, merita una ponderata riflessione e di ritornare alla Commissione Giustizia del Senato, ottemperando a quello che dice l’articolo 72 della Costituzione: perché questo ddl è stato scippato dalla Commissione Giustizia.

D.- Qualunque sia l’esito dell’iter parlamentare, voi resterete vigili su chi ha ascoltato le vostre istanze?

R. – Assolutamente sì. Saremo vigilanti sulle forze politiche che hanno aiutato o hanno contrastato, come sui singoli parlamentari che si sono spesi a favore del popolo del Family Day e quelli che – voglio sottolineare – con becera arroganza hanno fatto finta che quella piazza fosse una piazza di persone che volevano farsi un weekend a Roma: la cosa non è stata assolutamente così. Noi vogliamo essere portavoci di quel popolo e indicheremo alle persone che si riconoscono in  noi chi ci ha aiutato e chi no.

D.- Si sente di fare un appello ai senatori in queste ore così cruciali a nome del popolo del Family Day?

R. - Io vorrei fare un appello generale a tutti i senatori dicendo loro: cercate di guardare con obbiettività la situazione attuale, una divaricazione spaventosa fra il Paese reale e il Parlamento e una grande divisione all’interno delle forze politiche con trabocchetti ad ogni piè sospeso, la lezione “canguro” ce lo insegna. A questo punto una saggia, sapiente politica richiederebbe di fermare tutto e tornare in Commissione Giustizia.

D.- Il vostro appello ai senatori e ai parlamentari cattolici?

R.- Non permettete che la ragione di partito o la ragione di interesse personale scavalchi quella “coscienza ben formata” di cui ha parlato Papa Francesco. Vuol dire: attenersi al magistero secolare della Chiesa che definisce famiglia quella con un padre e una madre e che vede nel diritto fondamentale del bambino ad avere una famiglia con un padre e una madre un diritto inviolabile.








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