2016-02-24 13:52:00

Barack Obama: chiudiamo il carcere di Guantanamo a Cuba


“Con la chiusura di Guantanamo, archiviamo un periodo della nostra storia”. Sono le parole del presidente, Barack Obama, che ieri ha annunciato al Congresso Usa la volontà di chiudere la base americana in territorio cubano, trasformata nel 2002 in supercarcere dopo gli attentati dell’11 settembre. In piena corsa alla Casa Bianca, la decisione sta suscitando le critiche di parte repubblicana. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Fernando Fasce, docente di Storia contemporanea all’Università di Genova:

R. – Mi pare che l’utilità sia nel fatto di voler chiudere con la pesante eredità dell’era George W. Bush e quindi confermare il tentativo di Obama, pur tra molte incertezze e molti errori, di provare a restituire agli Stati Uniti una politica estera di ispirazione multilaterale.

D. – Rimane in piedi il problema di 91 detenuti in carcere a Guantanamo ancora senza processo…

R. – Sì, assolutamente. Questa è una pagina decisamente buia della storia della libera democrazia statunitense e questa è una questione che dovrà essere affrontata. Lo hanno sottolineato le associazioni umanitarie. C’è stato uno spettro di reazioni da parte di chi è critico rispetto al fatto che, nonostante la chiusura di Guantanamo, non si chiarisce che cosa accadrà ai 91 ancora lì confinati e coloro che invece hanno comunque visto in questo un primo passo verso una soluzione di questa incresciosa situazione.

D. – Dietro le motivazioni della scelta di Obama, c’è sicuramente anche il fatto di voler ridurre le spese di una struttura che costa molto, sia pure in un’economia importante come quella degli Stati Uniti…

R. – Sì, sicuramente i costi sono consistenti, ma direi che non ci sono solo queste motivazioni. Ora, in chiusura dei due mandati presidenziali, c’è l’intenzione di Obama – fatta notare subito da alcuni osservatori – di tenere fede a una delle principali promesse che aveva fatto al momento dell’insediamento: chiudere Guantanamo.








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