Botte a disabili, Cottolengo: "Scelte di lavoro non vere"

"Certe persone sono arrabbiate, polemiche, infelici e fanno scelte lavorative solo per timbrare il cartellino. Così ci perdiamo nella nostra umanità". L'insegnamento dalla Piccola Casa della Divina Provvidenza "Cottolengo", a commento dei maltrattamenti su anziani e disabili in alcune case di cura in Italia. 

Una cura integrale

La dott.ssa Marisa Coggiola lavora da trent'anni al Reparto di lungo degenza dell'Ospedale Cottolengo di Torino: "Qui accogliamo persone molto povere e fragili; sono proprio loro che mi possono far crescere e dare la vita, da quel loro letto. Sono loro che ci insegnano a camminare, loro il vero talento. Lavorare con loro significa non solo curare la salute fisica, spesso compromessa definitivamente, ma prendere in mano la persona, la famiglia, l’aspetto sociale, aiutarli a fare un cammino di casa che hanno perso. Certo, è pesante e richiede tanta pazienza, ma bisogna farci poveri con i poveri. Qui ognuno può trovare un senso alla propria esistenza". Sonia è una operatrice della Piccola Casa del Cottolengo con sede a Roma: "Noi ci prendiamo cura delle loro gioie e delle loro lacrime e allora diventa una grande famiglia. Come se noi fossimo tante mamme e noi avessimo tanti figli. Noi siamo sereni quando loro sono sereni". 

"Loro mi hanno insegnato il vero Amore"

Suori Giusi è tornata da poco da una missione in Equador 17 anni e racconta: "Quando a Torino feci una esperienza di volontariato - che poi ha maturato la mia vocazione religiosa - non accettavo quelle persone gravemente disabili. Un giorno, lavando le mani a una ragazza che aveva la mia stessa età e che non poteva fare nulla da sola, il Signore mi fece capire che Lui non voleva solo le mie mani, ma anche i miei piedi, la mia bocca per queste persone che da sole non ce la facevano". Annamaria, una delle ospiti, si racconta nel suo servizio di accoglienza, con uno splendido sorriso da ultrasettantenne: “Quando si ha la festa dentro, viene tutto da sé e la tenerezza scatta spontanea”.