Papa Francesco è giunto poco dopo le 18.00, ora italiana, a Ciudad Juarez, nello Stato settentrionale di Chihuahua, ultima tappa del suo viaggio in Messico, proprio sul confine con gli Stati Uniti. E' una città simbolo del narcotraffico, dello sfruttamento sessuale e che vive il dramma dell'immigrazione dal Centroamerica. Fra gli anni '90 e gli anni 2000 nella città si sono moltiplicati i femminicidi e in molti hanno dipinto sui pali e sui muri una croce nera su uno sfondo rosa. In questa città il Papa incontra i detenuti nel Penitenziario di Cereso, il mondo del lavoro e infine celebra la Messa con i migranti nell’area fieristica della città, a ridosso del muro costruito sulla frontiera. Ma con quale spirito la città accoglie il Pontefice? Mercedes de la Torre lo ha chiesto al vicario episcopale, mons. José René Blanco:
R. – Primearamente con grande fé, porque es Cristo
Resucitado ...
Anzitutto con grande fede, perché è il Cristo Risorto
che viene ad incontrarci nella persona del Santo Padre, che viene a confermarci nella
fede in Gesù Cristo. La sua visita ci aiuterà a passare dalla tristezza di tanti anni
di violenza, vissuta sulla nostra frontiera, alla gioia dello Spirito Santo. Accogliamo
il Papa con tutta la nostra la sofferenza e con molto amore, con cuore aperto, con
gioia, perché viene a confermarci nell’amore di Dio, come missionario della pace e
della misericordia.
D. – Papa Francesco qui incontra il mondo del lavoro, i migranti, i detenuti. Cosa vuole evidenziare di questi incontri?
R. – Primero en el encuentro con los presos y sus familias…
Anzitutto l’incontro con i carcerati e le loro famiglie, la prima tappa della sua
visita a Ciudad Juarez. Il Santo Padre vuole aiutare i carcerati e le loro famiglie
ad incontrarsi con l’amore di Dio, nostro Padre, sempre disposto a perdonarci. Vuole
aiutare a vivere la grazia dell’Anno Santo della Misericordia. Poi il Santo Padre
vuole invitarci a lavorare per la giustizia nei rapporti di lavoro, per la dignità
della persona umana, mettendola al centro di ogni discorso economico. Infine, durante
la Messa alla frontiera, con l’incontro con i migranti e con le vittime della violenza,
il Papa, in questo Anno Santo della Misericordia, ci invita a riconoscere il volto
di Cristo sofferente nel volto di questi nostri fratelli, per riceverlo con amore
e servirlo con gioia.
D. – Quale il significato della Messa alla frontiera con gli Stati Uniti?
R. – Todos sabemos por nuestra fé, que el Sacramento de la Eucarestia...
Tutti noi sappiamo, per la nostra fede, che il Sacramento dell’Eucarestia è il Sacramento
dell’amore di Cristo, fonte e culmine della vita della Chiesa. E il Santo Padre,
con questa questa Messa alla frontiera tra Messico e Stati Uniti, vuole invitarci
a non costruire muri di indifferenza: proprio lì di fronte al luogo della Messa, c’è
il muro che è stato costruito tra il Messico e gli Stati Uniti, come segno di rifiuto
dei migranti. Il Papa ci esorta ad abbattere questi muri di indifferenza, di rifiuto,
di odio, per costruire, collaborando con Dio e con lo Spirito Santo, ponti di comunione,
di fraternità, di solidarietà, di amore. In questo luogo si costruirà una chiesa molto
grande, molto bella e un centro pastorale al servizio dei migranti, dell’educazione
dei bambini e dei giovani, un centro anche in difesa delle donne. Sarà un grande centro
che si chiamerà “Il Punto” e sarà costruito grazie all’aiuto di molti imprenditori
e persone di buona volontà di tutto il Messico, che hanno collaborato a questo progetto.
D. – Come lavora la Chiesa di Ciudad Juarez per i migranti? Quali i rapporti con la Chiesa di El Paso?
R. – Sì! Hace 30 anos se construyó, en nuestra diócesis, la “Casa del Migrante”...
Sì! Trent’anni fa è stata costruita, nella nostra diocesi, la “Casa del Migrante”,
che da 30 anni accoglie migliaia e migliaia di famiglie migranti, ai quali si offre
un tetto, cibo, accompagnamento e assistenza nella difesa dei loro diritti. In comunione
con la diocesi di El Paso e Las Cruces, abbiamo lavorato per formare quello che si
chiama l’Istituto “Speranza della frontiera”: è una iniziativa delle tre diocesi per
lavorare per la giustizia e per la pace, lavorando ed impegnandoci soprattutto nella
formazione dei fedeli laici, dei sacerdoti, delle religiose e dei religiosi al servizio
dei più poveri, per la difesa dei loro diritti, vivendo nella solidarietà.
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