2016-02-17 18:10:00

Il Papa a Ciudad Juarez. Il vicario: sul confine Usa per dire no ai muri


Papa Francesco è giunto poco dopo le 18.00, ora italiana, a Ciudad Juarez, nello Stato settentrionale di Chihuahua, ultima tappa del suo viaggio in Messico, proprio sul confine con gli Stati Uniti. E' una città simbolo del narcotraffico, dello sfruttamento sessuale e che vive il dramma dell'immigrazione dal Centroamerica. Fra gli anni '90 e gli anni 2000 nella città si sono moltiplicati i femminicidi e in molti hanno dipinto sui pali e sui muri una croce nera su uno sfondo rosa. In questa città il Papa incontra i detenuti nel Penitenziario di Cereso, il mondo del lavoro e infine celebra la Messa con i migranti nell’area fieristica della città, a ridosso del muro costruito sulla frontiera. Ma con quale spirito la città accoglie il Pontefice? Mercedes de la Torre lo ha chiesto al vicario episcopale, mons. José René Blanco:

R. – Primearamente con grande fé, porque es Cristo Resucitado ...
Anzitutto con grande fede, perché è il Cristo Risorto che viene ad incontrarci nella persona del Santo Padre, che viene a confermarci nella fede in Gesù Cristo. La sua visita ci aiuterà a passare dalla tristezza di tanti anni di violenza, vissuta sulla nostra frontiera, alla gioia dello Spirito Santo. Accogliamo il Papa con tutta la nostra la sofferenza e con molto amore, con cuore aperto, con gioia, perché viene a confermarci nell’amore di Dio, come missionario della pace e della misericordia.

D. – Papa Francesco qui incontra il mondo del lavoro, i migranti, i detenuti. Cosa vuole evidenziare di questi incontri?

R. – Primero en el encuentro con los presos y sus familias…
Anzitutto l’incontro con i carcerati e le loro famiglie, la prima tappa della sua visita a Ciudad Juarez. Il Santo Padre vuole aiutare i carcerati e le loro famiglie ad incontrarsi con l’amore di Dio, nostro Padre, sempre disposto a perdonarci. Vuole aiutare a vivere la grazia dell’Anno Santo della Misericordia. Poi il Santo Padre vuole invitarci a lavorare per la giustizia nei rapporti di lavoro, per la dignità della persona umana, mettendola al centro di ogni discorso economico. Infine, durante la Messa alla frontiera, con l’incontro con i migranti e con le vittime della violenza, il Papa, in questo Anno Santo della Misericordia, ci invita a riconoscere il volto di Cristo sofferente nel volto di questi nostri fratelli, per riceverlo con amore e servirlo con gioia.

D. – Quale il significato della Messa alla frontiera con gli Stati Uniti?

R. – Todos sabemos por nuestra fé, que el Sacramento de la Eucarestia...
Tutti noi sappiamo, per la nostra fede, che il Sacramento dell’Eucarestia è il Sacramento dell’amore di Cristo, fonte e culmine  della vita della Chiesa. E il Santo Padre, con questa questa Messa alla frontiera tra Messico e Stati Uniti, vuole invitarci a non costruire muri di indifferenza: proprio lì di fronte al luogo della Messa, c’è il muro che è stato costruito tra il Messico e gli Stati Uniti, come segno di rifiuto dei migranti. Il Papa ci esorta ad abbattere questi muri di indifferenza, di rifiuto, di odio, per costruire, collaborando con Dio e con lo Spirito Santo, ponti di comunione, di fraternità, di solidarietà, di amore. In questo luogo si costruirà una chiesa molto grande, molto bella e un centro pastorale al servizio dei migranti, dell’educazione dei bambini e dei giovani, un centro anche in difesa delle donne. Sarà un grande centro che si chiamerà “Il Punto” e sarà costruito grazie all’aiuto di molti imprenditori e persone di buona volontà di tutto il Messico, che hanno collaborato a questo progetto.

D. – Come lavora la Chiesa di Ciudad Juarez per i migranti? Quali i rapporti con la Chiesa di El Paso?

R. – Sì! Hace 30 anos se construyó, en nuestra diócesis, la “Casa del Migrante”...
Sì! Trent’anni fa è stata costruita, nella nostra diocesi, la “Casa del Migrante”, che da 30 anni accoglie migliaia e migliaia di famiglie migranti, ai quali si offre un tetto, cibo, accompagnamento e assistenza nella difesa dei loro diritti. In comunione con la diocesi di El Paso e Las Cruces, abbiamo lavorato per formare quello che si chiama l’Istituto “Speranza della frontiera”: è una iniziativa delle tre diocesi per lavorare per la giustizia e per la pace, lavorando ed impegnandoci soprattutto nella formazione dei fedeli laici, dei sacerdoti, delle religiose e dei religiosi al servizio dei più poveri, per la difesa dei loro diritti, vivendo nella solidarietà.








All the contents on this site are copyrighted ©.