2016-02-16 14:00:00

Portogallo. Giuristi cattolici: non legalizzare l'eutanasia


No alla legalizzazione dell’eutanasia: è il forte appello lanciato dall’Associazione dei giuristi cattolici in Portogallo (Ajc), in una nota diffusa dall’agenzia Ecclesia. Nel documento, si sottolinea che “sarebbe incomprensibile che i partiti politici si sentissero autorizzati ad approvare una proposta di emendamento alla Costituzione, senza averla mai presentata ai cittadini come parte del loro programma elettorale e senza aver ricevuto mai uno specifico mandato in tal senso dagli elettori”.

Evitare semplificazioni e confusioni
Di qui, il richiamo dell’Ajc alla necessità di “rispetto profondo” per i principi di una democrazia autentica e l’esortazione ad un “dibattito approfondito” e “quanto mai necessario” sulla questione, poiché “è fondamentale evitare semplificazioni e confusioni” in campo eutanasico. Per questo, i giuristi cattolici sottolineano la differenza tra “aggressione illecita alla vita umana” e decisione legittima di “rifiutare l’accanimento terapeutico”, ovvero interventi medici inadeguati alla reale situazione dei malati.

Rispettare la dignità della persona umana
In particolare, l’Ajc evidenzia che “c’è una grande differenza tra uccidere ed accettare la morte”: l’eutanasia e l’accanimento terapeutico, infatti, “violano la morte naturale”, poiché la prima “la anticipa”, mentre la seconda “prolunga la vita in modo artificiale, inutile e penoso”. Non solo: i giuristi cattolici ribadiscono che le pratiche eutanasiche rappresentano “un’evidente violazione” del quinto comandamento, “Non uccidere” e che la loro legalizzazione metterebbe in discussione “il principio della dignità della persona umana” ed “il primo diritto fondamentale” sancito dalla Costituzione portoghese, riguardante “l’inviolabilità dell’integrità di ogni essere umano”.

Tutelare vita umana in tutte le sue fasi
​L’Ajc definisce poi come “un indiscutibile passo indietro nella cultura e nella civiltà” l’eventuale legalizzazione dell’eutanasia, ricordando che essa andrebbe contro il senso della scienza medica “che deve sempre proteggere la vita e la salute”. “La morte non elimina la sofferenza, ma la persona che soffre”, aggiunge ancora l’Associazione. Il comunicato si conclude con un appello alla “coscienza” dei deputati e di tutti i portoghesi affinché salvaguardino “il bene inestimabile” della vita umana in tutte le sue fasi, “specialmente in quelle di maggiore vulnerabilità”. (I.P.)

 








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