2016-02-15 14:09:00

Libia: varato governo di unificazione, attesa per la ratifica


Il Consiglio di presidenza della Libia ha completato la lista dei ministri del nuovo governo di unità nazionale. L’esecutivo sarà guidato da Fajez al Sarray e comprenderà 13 ministri e 5 segretari di Stato. Escluso il generale Khalifa Haftar, uomo forte del fronte antifondamentalista, al quale, in un primo momento era stato assegnato il dicastero della Difesa. Il nuovo governo dovrà essere ora approvato dai parlamenti di Tripoli e di Tobruk. Sulle possibilità che questo governo di unificazione vada in porto, Giancarlo La Vella ha intervistato Arturo Varvelli, esperto di Libia dell’Istituto di Politica Internazionale (Ispi):

R. – E’ molto difficile dirlo. Diciamo che scommettendo su ulteriori frizioni non si è mai sbagliato, fino adesso. Se guardiamo ancora a quale fosse il nodo politico del fatto  che il governo fosse rigettato un mese fa, era essenzialmente quello non tanto del numero dei ministri - che era la scusa dietro la quale si era nascosto il parlamento di Tobruk - ma era la presenta di Haftar all’interno del governo come responsabile militare. Se noi guardiamo a tale questione, a questo nodo politico, naturalmente non ci pare ancora risolto. Spero ovviamente di sbagliarmi e spero che il tentativo, in qualche maniera, vada a buon fine.

D. – Se questo governo dovesse cominciare a lavorare, che è quello che ci si augura, quali le ricadute positive in chiave antiterrorismo?

R. – La Libia è potenzialmente un Paese molto ricco: fino adesso la Banca Centrale libica ha continuato a garantire la presenza di questi due parlamenti, pagando le rispettive amministrazioni, pagando le rispettive milizie. Bisognerebbe porre fino a ciò naturalmente e bisognerebbe cominciare ad essere più selettivi e pagare solamente dietro il vincolo di appartenere e prendere i comandi dalla nuova autorità centrale. Dall’altra parte, naturalmente, questo governo potrebbe essere efficace nel costituire delle forze che affrontino militarmente l’Is e che quindi riconquistino parte del territorio libico, specialmente a Sirte che è sotto controllo delle forze dell’Is, e  potrebbe anche chiamare in soccorso la Comunità internazionale.








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